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Correre fa bene al corpo e potrebbe rendervi più intelligenti

Uno studio rivela la presenza di una proteina nel nostro corpo capace di incrementare le capacità motorie e cognitive.
A cura di Zeina Ayache
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Correre fa bene alla salute del corpo e della mente
Correre fa bene alla salute del corpo e della mente

I molti runner che ogni giorno macinano chilometri saranno felici di sapere che uno studio rivela come correre possa aumentare le potenzialità del cervello. Lo studio intitolato “Dependence of Hippocampal Function on ERRγ-Regulated Mitochondrial Metabolism” dimostrerebbe infatti come le attività mentali e fisiche siano collegate ad una proteina metabolica che controlla l'afflusso di sangue e nutrienti attraverso il nostro corpo.

L'energia utile ai muscoli e al cervello per funzionare al meglio sarebbe infatti controllata da una proteina chiamata ERRγ (ricevitore in relazione con l'estrogeno – estrogen-related receptor gamma), già studiata in passato dal professor Ronald Evans a capo dello studio, capace di aumentare l'apporto di sangue ai muscoli, incrementando la abilità motorie e trasformando, appunto, il grasso in energia. Questa proteina è presente anche nel cervello, in particolare nell'ippocampo, dove, invece del grasso, brucia lo zucchero.

I ricercatori si sono dunque chiesti se la ERRγ potesse avere un ruolo nell'apprendimento e nella memoria e per capirlo hanno osservato le differenze tra due gruppi di topi con diverse quantità di ERRγ nel cervello: i soggetti nei quali mancava la proteina erano più lenti ad apprendere.

L'ipotesi è dunque che un diverso livello di ERRγ possa essere, anche per gli esseri umani, significativo per lo sviluppo delle abilità cognitive. “Chiunque può imparare – spiega Liming Pei, ricercatore della University of Pennsylvania che ha partecipato allo studio – ma ci sono persone in grado di imparare e memorizzare meglio e in modo più efficiente di altri e noi pensiamo che questo possa essere connesso con la variazioni del metabolismo del cervello”. I dati raccolti farebbero dunque pensare che la produzione di questa proteina, come nel caso dei corridori, possa agevolare non solo le abilità motorie, ma anche quelle cognitive.

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