Confermato: quei resti sono di Miguel Cervantes
Si aspettava la conferenza stampa che confermasse quanto già annunciato in via semi-ufficiale qualche giorno fa: finalmente è giunta la comunicazione definitiva da parte di Francisco Etxeberria, a capo del gruppo di scienziati incaricati di condurre le indagini sui resti ritrovati nella cripta in una chiesa del centro di Madrid. Resti che – ormai lo si può affermare con quasi-certezza – appartennero ad uno dei più grandi scrittori dell'umanità: Miguel Cervantes.
Indagini (ma senza DNA)
Una trentina di ricercatori, in tutto, che si sono serviti di camere a infrarossi e sistemi radar per penetrare all'interno di una cripta dimenticata: grazie ad essi, e all'analisi dei dati raccolti, sono state individuate ossa attribuibili all'autore del Don Chisciotte, a sua moglie Catalina de Salazar ma anche ad altre persone seppellite durante lo stesso periodo nel medesimo sito di sepoltura del convento dei trinitari scalzi.
Purtroppo si tratta, per lo più, di frammenti ossei gravemente danneggiati e che difficilmente potrebbero essere distinti gli uni dagli altri, ragion per cui non stiamo parlando di un'identificazione fatta attraverso l'analisi del DNA che sarebbe impossibile. Gli scienziati ritengono, tuttavia, di essere in possesso della mandibola e di alcune ossa delle braccia, pur specificando che senza DNA non si può parlare di certezza assoluta.
Verso i 400 anni dalla morte di Cervantes
Miguel Cervantes venne sepolto nel 1616 ma, in seguito, la bara venne smarrita: alcuni lavori al complesso convenutale nello stesso XVII secolo resero necessario lo spostamento della salma che però, da allora, non era stata più trovata. Fino allo scorso gennaio quando, nascoste contro un muro, sono venute alla luce 33 nicchie: in una di esse era presente una bara con delle iniziali (M C) che hanno fatto pensare immediatamente all'autore. Una scoperta che coincide quasi perfettamente con diversi anniversari poiché l'anno prossimo ricorreranno quattro secoli dalla morte dello scrittore (il 22 aprile) ma proprio nel 2015 il Don Chisciotte ha compiuto i suoi primi quattrocento anni, portati con grazia e maestria e con l'intramontabile bellezza e giovinezza dei grandi classici.