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Covid 19

Come sta Jennifer Haller, la prima persona sottoposta al vaccino sperimentale anti coronavirus

A circa un mese di distanza dall’iniezione del vaccino sperimentale anti coronavirus, la manager 44enne Jennifer Haller è stata intervistata dal quotidiano britannico The Telegraph. La donna ha riferito di aver sperimentato febbre al primo giorno e dolore al braccio al secondo, ma poi è andato tutto bene. Ora attende la seconda iniezione della preparazione.
A cura di Andrea Centini
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Lo scorso 16 marzo la manager americana di 44 anni Jennifer Haller, madre di due adolescenti di 16 e 13 anni, è stata la prima persona al mondo a essere sottoposta a un trattamento sperimentale con un vaccino candidato contro il coronavirus SARS-CoV-2. La donna, che aveva risposto a un annuncio su Facebook, balzò sulle prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo per il suo pionieristico “sacrificio” in nome della scienza, spinto dal convinto desiderio di voler fare qualcosa contro la pandemia dilagante. Alla Haller è stata somministrata la prima iniezione del vaccino sperimentale mRNA-1273 (tipo LNP encapsulated mRNA) messo a punto dalla società di biotecnologie Moderna Inc. e dai National Institutes of Health (NIH) americani, durante una seduta presso il Kaiser Permanente Washington Research Institute di Seattle.

A circa un mese di distanza dalla storica iniezione è stata contattata dal quotidiano britannico The Telegraph, cui ha raccontato gli aneddoti della sua esperienza e rivelato le condizioni di salute. Del resto, come spiegato dalla stessa Haller, dopo la selezione ha dovuto sottoscrivere una dichiarazione di non responsabilità di ben 45 pagine, un elenco con “una tonnellata di rischi”. Fra questi era riportato anche quello di una possibile, maggiore suscettibilità alla COVID-19 (l'infezione scatenata dal coronavirus SARS-CoV-2) in una fase successiva. Quasi un controsenso, tenendo presente che i vaccini servono proprio a costruire la “memoria immunitaria” determinando lo sviluppo degli anticorpi (o immunoglobuline) contro i patogeni. Ma in questo caso stiamo parlando di un nuovo virus, del quale non si conosce nemmeno la possibile durata dell'immunizzazione, inoltre è stata trattata con una preparazione sperimentale, che potrebbe non avere gli effetti sperati, influenzare negativamente il suo sistema immunitario e dunque renderla più suscettibile all'infezione respiratoria.

La Haller ha specificato al The Telegraph che la sua esperienza non è stata dissimile da quella di una vaccinazione contro l'influenza stagionale. Ha detto di aver sperimentato una temperatura leggermente elevata al primo giorno e dolore al braccio il secondo, ma in seguito "è andato tutto bene" e non ha avuto altri sintomi. Proprio come con un comune vaccino antinfluenzale. Come richiede lo studio nel quale è coinvolta, ogni giorno deve tenere traccia delle sue condizioni di salute. “Ci sono stati molti rischi, ma sono una persona veramente positiva e i benefici di ciò che ho fatto hanno superato di gran lunga qualsiasi rischio nella mia mente”, ha spiegato la Haller, aggiungendo di aver rincuorato più volte la sua famiglia sulla sua scelta. La donna, una manager impegnata nel settore delle biotecnologie, in passato aveva già fatto partecipare il figlio a studi clinici, ma nella sua famiglia nessuno era stato coinvolto in un simile percorso.

In questi giorni la attende la seconda iniezione del vaccino sperimentale presso il Kaiser Permanente Washington Research Institute, poi continuerà ad essere monitorata (per un anno intero) dai ricercatori che stanno conducendo lo studio clinico di fase I. Oltre alla Haller sono state vaccinate con la stessa preparazione altre 44 persone, tutte sottoposte alla medesima procedura. A poche ore di distanza dalla sua iniezione è partita la sperimentazione clinica anche di un vaccino cinese su 108 volontari, una preparazione di tipo Adenovirus Type 5 Vector messa a punto dalla società CanSino Biological Inc. e dall'Istituto di Biotecnologie di Pechino. È di questi giorni invece l'avvio dei test clinici dell'INO-4800, il vaccino realizzato da INOVIO Pharmaceuticals, Inc. e finanziato dalla fondazione di Bill Gates (tipo DNA plasmid vaccine Electroporation device). Al momento sono circa 70 i vaccini candidati in sperimentazione contro il SARS-CoV-2, e solo dei tre citati è partita la sperimentazione sull'uomo, anche se altri sono ai nastri di partenza. Entro fine mese dovrebbero partire i test di un vaccino sviluppato dall’azienda italiana Advent-Irbm di Pomezia in collaborazione con l’Università di Oxford; se tutto andrà bene, ipotizza l'amministratore delegato della società italiana, a settembre potrebbe essere già somministrato a medici e Forze dell'Ordine. Secondo l'OMS per un vaccino efficace e sicuro ci vorranno tra i 12 e 18 mesi, ma i tempi potrebbero essere ulteriormente accorciati, anche grazie al coinvolgimento di persone volenterose come Jennifer Haller.

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