Come si adatta un vaccino a una nuova variante Covid
Di fronte a una variante che gli esperti temono possa eludere più facilmente la protezione dei vaccini, i produttori di farmaci stanno già mettendo in atto i propri piani contro Omicron, la nuova minaccia del coronavirus in quasi due anni di pandemia. BioNtech, che insieme a Pfizer ha collaborato allo sviluppo di uno dei vaccini più efficaci al mondo, sta lavorando a una versione del suo vaccino su misura per Omicron, prevedendo che l’adattamento possa richiedere appena sei settimane. Moderna e Johnson & Johnson, produttori di altri due vaccini anti Covid, hanno entrambi affermato che avrebbero avanzato nuovi candidati specifici per Omicron, così come Novavax, che punta a richiedere presto l’approvazione del suo vaccino negli Stati Uniti.
La minaccia della variante Omicron
Da quando gli scienziati sudafricani hanno rilevato e segnalato per la prima volta la nuova variante di Sars-Cov-2, le Organizzazioni di Sanità Pubblica hanno lanciato l’allarme sul potenziale di diffusione di Omicron in individui precedentemente infetti e potenzialmente anche nei vaccinati, classificando Omicron come “variante di preoccupazione” insieme a Delta e altre tre varianti identificate tra la fine del 2020 e l’inizio di quest’anno.
La preoccupazione deriva dal numero insolitamente elevato di mutazioni nel genoma del virus, in particolare nel gene che codifica per la proteina Spike, l’obiettivo di molti vaccini e farmaci attualmente disponibili per Covid-19. Alcune delle mutazioni di Omicron sono presenti anche in Delta e in altre varianti di preoccupazione, compresi cambiamenti genetici precedentemente associati a una maggiore trasmissibilità ed evasione immunitaria. Altre mutazioni si trovano in aree specifiche della proteina Spike su cui gli anticorpi del vaccino sono progettati per attaccarsi, aumentando la possibilità che l’immunità vaccinale possa non essere così completa contro le infezioni da Omicron.
Come si adatta un vaccino
La tecnologia utilizzata nei nuovi sieri a mRNA permette di adattare i vaccini a nuove varianti anche se queste cambiano in modo sostanziale da quelle osservate in precedenza. Per Omicron, l’aggiornamento non rappresenterebbe un problema per gli sviluppatori, in quanto i vaccini verrebbero modificati in tempi particolarmente rapidi, cambiando il codice della proteina Spike che verrà espressa nelle cellule. Gli attuali vaccini inducono le cellule a creare proteine specifiche che imitano la Spike, basata sulla sequenza del coronavirus originario, e i produttori di vaccini possono facilmente sostituire questa sequenza con quella codificata dalle nuove varianti.
Prima di procedere all’aggiornamento, i produttori valuteranno se Omicron sarà considerata una “variante di fuga immunitaria”, ovvero in grado di eludere gli anticorpi, il cui test comporta l’esposizione di sieri di sangue di individui vaccinati a pseudovirus o a campioni vivi di Omicron. Se questi test dovessero dimostrare che Omicron è in grado di eludere la protezione del vaccino, Pfizer e BioNtech prevedono di poter spedire i lotti iniziali di vaccino aggiornato entro 100 giorni.
“La combinazione di mutazioni rappresenta un rischio potenziale significativo per accelerare il declino dell’immunità naturale e indotta dal vaccino” ha affermato Moderna, che ha indicato che potrebbe far avanzare un candidato specifico per Omicron nei test clinici in appena 60-90 giorni. Inoltre, Moderna ha sviluppato altre due versioni del suo vaccino contro il coronavirus che coprono alcune delle mutazioni trovate in Omicron.
Nel frattempo, Johnson & Johnson sta conducendo test con campioni di sangue di individui immunizzati con il suo vaccino contro l’Omicron, mentre AstraZeneca, produttore del vaccino sviluppato dall’Università di Oxford, ha affermato che sta “esaminando” Omicron e potrà rispondere rapidamente.