Come Ötzi venne ucciso “da un atto vile”
Nonostante siano trascorsi 25 anni dal suo ritrovamento sulle Alpi Venoste, Ötzi è ancora un tesoro di informazioni per gli scienziati di tutto il mondo. Le ultime scoperte che riguardano la mummia del Similaun sono state presentate al congresso internazionale delle mummie tenutosi a Bolzano in occasione dell'anniversario ed hanno a che fare con la morte dell'uomo ma anche con la sua vita e, in particolare, con i contatti che ebbe prima di morire, in un giorno di oltre 5000 anni fa.
Ötzi e la sua ascia di rame (che non si costruì da solo)
In primo luogo, stando ai risultati di un gruppo di ricerca guidato da Gilberto Artioli, dell'Università di Padova, pare che l'ascia, uno degli elementi più significativi tra quelli che forniscono il "corredo" di Ötzi, non sia stata fabbricata con del rame proveniente dall'area alpina bensì da giacimenti localizzati nella Toscana meridionale. Grazie alle analisi sugli isotopi del piombo, svolte su un piccolissimo campione, è stato possibile stabilire, con sorpresa, che la zona d'origine del metallo è diversa da quella originariamente proposta.
Come giunse questo materiale nelle mani di Ötzi non lo sappiamo ma, sulla base delle conclusioni alle quali è giunto il geochimico Wolfgang Müller della Royal Holloway University di Londra, è lecito avanzare l'ipotesi che non sia stato egli il fabbro che lavorò il rame fino a forgiarne una lama. Sofisticate e moderne tecniche di analisi hanno consentito di esaminare le tracce di arsenico e rame, già rinvenute in passato nei capelli della mummia e che potrebbero derivare dal fumo inalato durante il processo di estrazione e lavorazione del metallo; anzi, il gruppo di Müller si è spinto oltre, esaminando anche l'eventuale presenza di metalli pesanti nelle unghie, nella pelle e negli organi. Ne è emerso che soltanto i valori dell'arsenico delle unghie sono leggermente elevati, il che escluderebbe l'ipotesi dell'esposizione ai metalli pesanti quando Ötzi era in vita; stando così le cose, infatti, i risultati potrebbero essere spiegati anche sulla base delle condizioni ambientali in cui il corpo si è conservato nel corso dei 5000 anni successivi alla sua morte.
Colpito a morte!
Come è morto Ötzi? Assassinato, stando a quanto ha rivelato la punta di una freccia scoperta nel 2001 nella spalla sinistra. Per conoscere qualcosa in più di questo omicidio dell'antichità, il Museo Archeologico dell'Alto Adige ha affidato le indagini ad Alexander Horn, commissario della polizia criminale di Monaco, e ai suoi avanzati metodi criminologici. Horn si è recato "sul luogo del delitto", in val Senales, ha interrogato "gli amici e i conoscenti della vittima" (gli archeologi e gli antropologi che da anni lavorano sulla mummia, ad esempio) ed ha concluso che il povero Ötzi non doveva aver avvertito la minaccia della morte. In effetti, come già noto da tempo, da poco aveva concluso un ricco pasto (a base di carne di stambecco) e non si trovava in una situazione "di allerta" quando venne colpito probabilmente da lontano e in maniera inaspettata.
Fu un agguato teso da lontano, "un gesto vile" che, forse, potrebbe essere spiegato come la conseguenza di uno scontro precedente, del quale la mummia portava una ferita nella mano destra, il segno che Ötzi aveva saputo difendersi e, a giudicare dall'assenza di altri segni, che aveva prevalso nel combattimento, probabilmente un corpo a corpo. Il fatto che l'ascia di rame, poi, sia rimasta sulla scena del crimine, nonostante il suo valore, potrebbe escludere quindi l'ipotesi del furto, lasciando spazio ad una dinamica fatta di vendetta o conflitto personale, magari dovuto a questioni gerarchiche. Sempre ammesso che l'assassino non fosse effettivamente un predone e non abbia trovato altro di ancor più prezioso da rubare. Probabilmente questo non lo sapremo mai.