Come l’acidificazione degli Oceani mette in pericolo il plancton
Gli Oceani hanno assorbito oltre il 30% dell'anidride carbonica prodotta dall'uomo in tutto il mondo, stoccandola per centinaia di anni: un meccanismo che ha subito un brusco cambiamento soltanto nell'ultimo secolo, quando il vertiginoso aumento nella produzione di biossido di carbonio ha portato ad un incremento dell'acidificazione delle acque oceaniche.
Mutamenti sconvolgenti nella vita oceanica
Il pH degli Oceani in epoca preindustriale era di 8.2, oggi è sceso all'8.1; le proiezioni relative al cambiamento climatico stimano che entro il 2100 questa media scenderà ulteriormente a circa 7.8, quindi molto più bassa del livello di qualunque comunità oceanica di oggi. Uno studio condotto dai ricercatori del MIT e della University of Alabama presso Birmingham ha recentemente evidenziato come questo incremento dell'acidificazione avrà delle conseguenze drammatiche sulle popolazioni di microrganismi che vivono negli oceani e che costituiscono la base della catena alimentare del mondo marino. I risultati del lavoro sono stati resi noti attraverso un paper pubblicato da Nature Climate Change.
I cambiamenti portati dall'acidificazione degli Oceani – spiegano gli esperti – si tradurranno nella sparizione di alcune specie così come nel prevalere di altre: sostanzialmente muteranno gli equilibri di ciascuna specie di plancton del mondo. I modelli usati dagli studiosi hanno, quindi, confermato quello che è stato per lungo tempo un pesante sospetto degli scienziati: tuttavia lo hanno fatto evidenziando che lo sconvolgimento recato dall'acidificazione degli Oceani sul fitoplancton, e quindi su tutte le specie che dipendono da questi microrganismi per nutrirsi, potrebbe essere decisamente più grave di quanto pensato fino ad oggi.
Sono sempre stata persuasa delle teorie del cambiamento climatico e ho sempre cercato di non essere allarmista, dato che non è un atteggiamento positivo per nessuno. Ma in realtà sono piuttosto sconvolta da questi risultati. Il fatto che ci siano così tanti possibili differenti cambiamenti, che le diverse popolazioni di fitoplancton possono rispondere diversamente, significa che potrebbero esserci cambiamenti drammatici nelle comunità nel corso del XXI secolo. Una riorganizzazione di tali comunità inciderebbe sulla catena alimentare ma anche sul ciclo del carbonio. – Stephanie Dutkiewicz, MIT’s Center for Global Change Science
Specie in competizione (e in trasformazione)
Il gruppo ha operato una meta analisi 49 paper elaborati in precedenza, per un totale di 154 esperimenti molti dei quali osservavano la risposta di alcune specie in ambienti controllati di laboratorio a diversi livelli di acidità.
Successivamente hanno utilizzato questi dati in un modello globale di circolazione oceanica per vedere in che modo le diverse specie competono tra di loro per adattarsi alla crescente acidità: è stato così osservato il comportamento di 96 specie appartenenti al fitoplancton tenendo conto di fenomeni come le correnti, le temperature e la salinità, rilevando come per alcune si assista ad una crescita più rapida a discapito di altre.
In generale risulta mutato il rapporto tra le risorse: tra acidificazione e riscaldamento delle acque, che porterà molte specie a migrare verso i poli, la cosa certa è che entro la fine del secolo la vita marina si sarà profondamente trasformata.