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Come i cambiamenti climatici sono collegati agli incendi

Ondate di caldo record sempre più lunghe e frequenti incidono sul rischio di incendi, peggiorati dall’azione diretta dell’uomo in una combinazione di alte temperature e siccità prolungata come conseguenza più estrema delle conseguenze del riscaldamento globale.
A cura di Valeria Aiello
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Credit: Skeeze
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Il cambiamento climatico dovuto alle attività umane ci sta presentando il conto. Ondate di caldo record e incendi boschivi stanno colpendo con una violenza senza precedenti, mentre continuano ad arrivare notizie di nuovi roghi nella nostra penisola e dal mondo. Dall’inizio dell’anno, solo in Italia, sono bruciati oltre centomila ettari di territorio, boschi, oliveti e campi coltivati, un’area quattro volte più grande rispetto alla media 2008-2020, in un bilancio che, secondo proiezioni diventate sempre più affidabili e dettagliate, anche a livello regionale, è destinato ad aggravarsi.

Dall’Europa al continente americano fino all’Africa, le fiamme sono la manifestazione estrema delle conseguenze del riscaldamento globale. Ma come incidono i cambiamenti climatici sul rischio di incendi? Con l’aumento delle temperature, aumentano anche le probabilità di eventi estremi, con quasi tutti gli ecosistemi che risentono in maniera significativa di queste variazioni: cambiamenti nel ciclo delle piogge, nella quantità di acqua e umidità presente nel terreno, nell’energia dei venti e nei periodi di siccità sempre più lunghi e più frequenti sono condizioni che predispongono gli incendi, aggravate dall’impatto umano diretto, quale degrado, consumo insostenibile, deforestazione, abbandono di aree agricole e pascolive, e mancata gestione del territorio.

In altre parole, le condizioni meteorologiche estreme, influenzate dai cambiamenti climatici, influiscono sul rischio di incendi, peggiorati dall’azione diretta dell’uomo, in una combinazione di cause che, anno dopo anno, si ripete, destinato ad inasprirsi con gli eventi estremi “caldi” che, ha avvertito il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) delle Nazioni Unite, diventeranno sempre più frequenti, probabili e lunghi.

Abbiamo prove che il prolungamento della stagione secca e di periodi gravi siccità si verifica più frequentemente a causa della variabilità naturale esacerbata dai cambiamenti climatici – avvertono gli esperti, evidenziando come il cambiamento climatico aumenti il rischio di clima caldo e secco, accrescendo il pericolo di incendi. “La frequenza, l’estensione e l’intensità dei roghi – ha evidenziato l’allarme più recente lanciato dal WWF – sono aumentati enormemente nell’ultimo secolo: la stagione degli incendi sta diventando più estrema e più lunga, nella misura del 15% negli ultimi 50 anni, alimentata da lunghi periodi di caldo estremo e poca pioggia”.

“Dalla Siberia all’Europa, dal Canada alla California – aggiunge l’organizzazione internazionale non governativa – il cambiamento climatico sta mostrando il suo aspetto più feroce: nessun luogo è al sicuro dai sui effetti e non possiamo restare fermi a guardare”.

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