43 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Come funziona il richiamo di Johnson & Johnson con il vaccino Pfizer e Moderna

Il richiamo potrà essere effettuato dopo 6 mesi dalla prima e unica somministrazione del preparato di Johnson & Jonhson con una dose di uno dei due vaccini a mRNA, indipendentemente dall’età o dall’appartenenza a categorie a rischio, in quanto la seconda somministrazione è ritenuta necessaria per tutti i vaccinati con il monodose.
A cura di Valeria Aiello
43 CONDIVISIONI
Immagine

Anche gli italiani vaccinati con il monodose Jonhson & Johnson dovranno ricevere una dose di richiamo a 6 mesi dalla prima e unica somministrazione del vaccino anti-Covid. Lo ha indicato la Commissione tecnico scientifica (Cts) dell’Agenzia italiana del farmaco, che ha dato parere favorevole alla dose “booster” con un vaccino a mRNA per chi ha ricevuto il preparato monodose, analogamente a quanto deciso nelle scorse settimane dalla FDA americana e dai tedeschi della Stiko.

In Italia, l’indicazione è quella di un richiamo con somministrazione eterologa, ossia con un vaccino a mRNA, quindi Pfizer o Moderna, una volta trascorsi 6 mesi dalla prima e unica dose del siero prodotto da Janseen. I richiami coinvolgeranno circa 1,6 milioni di italiani, indipendentemente dalla fascia di età (saranno interessati tutti i vaccinati con Johnson&Johnson con età pari o superiore ai 18 anni) e indipendentemente dall’appartenenza ad una delle categorie considerate a maggior rischio Covid, in quanto il booster è ritenuto necessario per tutti coloro che hanno ricevuto il monodose. Coloro che riceveranno il siero di Pfizer come booster, avranno una dose "standard", mentre coloro che riceveranno il siero di Moderna, avranno "mezza dose", come indicato per i richiami aggiuntivi con questa formulazione.

Le tempistiche di vaccinazione, che verranno chiarite da una circolare del Ministero della Salute, partiranno comunque seguendo le tempistiche stabilite per la terza dose (dose booster) per i vaccinati con Pfizer, Moderna e Astrazeneca appartenenti ad alcune categorie (over 60, operatori sanitari e fragili) a distanza di 6 mesi dall’ultima somministrazione. La seconda dose eterologa servirà a “rafforzare l’immunità” in considerazione del calo di efficacia osservato nel tempo.

Diversamente da quanto deciso negli Stati Uniti, in Italia non si procederà alla somministrazione di una seconda dose di Johnson & Johnson. Questo perché, diversamente dagli Usa, dove da alcune settimane è stata data la possibilità di ricevere il richiamo a due mesi dalla prima dose di J&J, gli italiani che hanno ricevuto il siero prodotto da Jannsen sono stati vaccinati principalmente nel periodo compreso tra aprile e giugno, e soprattutto in virtù degli ottimi risultati in termini di risposta immunitaria osservati con la vaccinazione eterologa, rivelatasi superiore a quella indotta dalla vaccinazione omologa.

43 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views