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Come fanno i geni a predire l’età della nostra prima volta?

I ricercatori hanno identificato 38 varianti genetiche che influenzano il nostro sviluppo sessuale e quindi l’età della nostra prima volta. Alcuni soggetti insomma sarebbero predisposti a raggiungere la pubertà prima rispetto ad altri.
A cura di Zeina Ayache
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I ricercatori della University of Cambridge hanno evidenziato alcune varianti genetiche che possono essere associate alla nostra maturità sessuale intesa come primi approcci ai rapporti sessuali. Quanto scoperto influenzerebbe anche il numero di figli così come una serie di comportamenti riproduttivi. Lo studio, intitolato “Physical and neurobehavioral determinants of reproductive onset and success”, è stato pubblicato su Nature Genetics e sta facendo molto discutere.

Ultimamente si parla molto di epigenetica, quella parte della biologia che sostiene la possibilità di cambiamenti a livello fenotipico che però non alterano il genotipo. Ad oggi si ritiene infatti che lo sviluppo di un individuo sia influenzato sia da una componente genetica che da una ambientale, insomma, non possiamo predire chi saremo osservando il DNA, ma possiamo farci un'idea del tipo di piega che potrebbe prendere il nostro sviluppo considerando sia il nostro genoma che il contesto in cui cresciamo.

In quest'ottica, i ricercatori si sono chiesti se esistessero varianti genetiche in grado di influenzare la nostra maturità sessuale e, in corrispondenza di determinati contesti sociali, la nostra prima volta. Hanno così analizzato i dati genetici riguardanti 59.357 uomini e 66.310 donne tra i 40 e i 69 anni presi dalla UK Biobank e hanno scoperto l'esistenza di 38 varianti genetiche associabili all'età del primo rapporto sessuale. Come è possibile?

In pratica si tratta di varianti genetiche implicate nello sviluppo del cervello e delle connessioni neurali e quindi, più in generale, dei comportamenti riproduttivi, come appunto l'età della prima volta e il numero di figli.

Una delle varianti identificate, per esempio, è associata al gene CADM2 che controlla le connessione delle cellule del cervello oltre che l'attività cerebrale in generale. I dati raccolti hanno dimostrato che chi possiede questa variante ha anche una personalità più coraggiosa e ha rapporti sessuali prima rispetto ad altri soggetti.

Insomma, lo studio non annuncia nulla di sconvolgente, solo identifica quelle varianti genetiche che possono influenzare la maturità sessuale e, di conseguenza, l'età della prima volta. Non dimentichiamo però che l'ambiente in cui cresciamo gioca un ruolo fondamentale nel nostro sviluppo, quindi non possiamo considerate queste varianti deterministiche.

[Foto copertina di Babienochka]

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