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Come funziona la tecnica del Policlinico Gemelli di Roma che cura il diabete col calore

Trattare il diabete con il calore, questo è il nuovo metodo proposto dai ricercatori del Policlinico Gemelli di Roma che ha dato il via ad…
A cura di Zeina Ayache
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Trattare il diabete con il calore, questo è il nuovo metodo proposto dai ricercatori del Policlinico Gemelli di Roma che ha dato il via ad una sperimentazione che dovrebbe dimostrare l'efficacia di una terapia non farmacologica. Ma come funziona?

Il calore contro il diabete. I ricercatori spiegano che la sperimentazione in atto consiste nell' “usare il calore per rigenerare una mucosa intestinale “sana” agendo su una parte dell’intestino, il duodeno, sede di rilascio di ormoni coinvolti nelle cause della malattia diabetica” per questo si dice che la tecnica ‘ringiovanisce il duodeno', quella porzione di intestino considerata fondamentale nello sviluppo del diabete, grave malattia metabolica.

Come si interviene. I medici spiegano che “la tecnica, effettuata in endoscopia mini-invasiva” viene effettuata sotto sedazione “con un'apparecchiatura e un catetere che permettono di applicare con la massima precisione il calore alla mucosa del duodeno per brevissimo tempo”. Attualmente questa tecnica, che richiede un'ora di lavoro e un giorno solo di ricovero, è stata già testata su molti pazienti e si è dimostrata “assolutamente sicura e potenzialmente efficace”.

Cosa significa ‘ringiovanire il duodeno'. Quelle del ringiovanimento della mucosa duodenale (DMR) è una nuova procedura endoscopica che è in grado di normalizzare gli ormoni rilasciati dalla mucosa intestinale e coinvolti nell'insulino-resistenza e, dicono i medici, “forse proprio nel meccanismo di controllo glicemico”.

I test attuali. “La fase di sperimentazione attualmente in corso consiste in un trial multicentrico (Revita-2) che vede protagonista, con il maggior numero di pazienti attualmente arruolati, l’Università Cattolica e la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma, insieme a più di dieci altri centri ospedalieri europei ed extraeuropei di eccellenza in Belgio, Inghilterra, Irlanda, Germania, Brasile e Italia” spiegano da Roma e include pazienti volontari tra i 28 e i 74 anni con diabete di tipo 2 trattati con farmaci antidiabetici orali, ma non insulina.

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