Cinque cose da sapere sul solstizio d’inverno
Anche se a qualcuno l'inverno sembra iniziato già da un bel po', soltanto il solstizio di dicembre introdurrà ufficialmente la stagione più fredda dell'anno: a partire da quel momento, infatti, le giornate inizieranno gradualmente ad allungarsi per portarci definitivamente alla sospirata primavera. Ma, nel frattempo, vediamo cosa sta per accadere a livello astronomico.
1 Che cos'è
Il nostro Pianeta ha un asse di rotazione inclinato rispetto all'eclittica dell'orbita: questa caratteristica fa in modo che il Sole, nel suo moto apparente lungo tale eclittica, raggiunga nell'arco dell'anno un punto di declinazione massima e minima. La declinazione minima corrisponde al solstizio invernale e si verifica nel mese di dicembre: in questa occasione, assistiamo al giorno più breve dell'anno o, se preferite, alla notte più lunga, prima che la nostra Stella torni a vita nuova, ricominciando a crescere con il progressivo allungarsi delle ore di luce. Giusto per la cronaca, ricordiamoci che tutto ciò vale per noi che ci troviamo nell'emisfero boreale.
2 Quando è
Il solstizio, quindi, più che un giorno può essere interpretato come il preciso momento in cui la Terra e il Sole si trovano reciprocamente in tale posizione: quando accade ciò? Normalmente il 21 di dicembre, per l'anno 2014 in particolare alle ore 23:03. Ma può cadere anche il 22 di dicembre, fatto che accade ogni quattro anni. Questo perché l'anno solare è formato da 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi, quindi assistiamo ad uno slittamento; il ritardo accumulato viene recuperato, però, attraverso gli anni bisestili che servono ad allineare nuovamente il calendario con le stagioni. Ecco perché nel 2015, anno che precederà un bisestile, il solstizio invernale si verificherà alle 04:48 del 22 dicembre.
3 Cosa ci ricorda
Il solstizio invernale precede di pochi giorni i festeggiamenti del calendario cristiano per la venuta al mondo di Gesù. Tuttavia, anche prima che la religione cristiana si imponesse attraverso Roma in tutto il mondo occidentale, il 25 di dicembre era il giorno in cui cadevano le celebrazioni di un'altra nascita, quella del Sole. Nel mondo romano, infatti, era il Dies Natalis Solis Invicti, ossia il giorno di nascita del sole invitto, festa ufficializzata soltanto nel III secolo d. C. (in seguito alla penetrazione del culto solare mitraico, presumibilmente) e posta a conclusione del ciclo di feste più noto ed antico dei Saturnali. In quegli otto giorni, tra il 17 e il 23 di dicembre, in cui si ricordava la mitica età dell'oro legata alla divinità Saturno, a tutti era concesso di festeggiare attraverso banchetti, sovvertimento dell'ordine sociale e, naturalmente, lo scambio di piccoli doni. A chiudere i Saturnali, quindi, interveniva una festività che accompagnasse il delicato momento di rinascita del Sole che, dopo il lungo buio del solstizio invernale, tornava finalmente a nuova vita: quell'astro che, con l'avvento di Cristo, sarebbe diventato il Sole di giustizia che avrebbe ricacciato nelle tenebre il paganesimo (o, almeno, così si pensava che sarebbero andate le cose).
4 Cosa significava
Presso le civiltà contadine europee, in epoche remote ma neanche troppo, il calendario della vita era scandito non da un foglio attaccato ad una parete bensì dagli eventi che la natura metteva a disposizione: potevano essere eventi "unici" ed "irripetibili" (il passaggio di una Cometa, ad esempio, o una grande e penosa carestia) o fatti che si ripetevano ciclicamente, come appunto l'alternarsi delle stagioni. Queste fasi fondamentali avevano spesso bisogno di riti che accompagnassero il fenomeno reale in una dimensione sacrale e mitica, al fine di poterne "controllare" il buon esito: i solstizi non facevano eccezione, sia nel mondo pagano, sia in seguito alla diffusione del cristianesimo. D'altronde il 21 di dicembre precede di pochi giorni i festeggiamenti della notte di Natale esattamente come il 21 di giugno, il solstizio estivo, precede di pochi giorni la notte di San Giovanni Battista, cugino e precursore del Cristo poiché ne annunciò la venuta in Terra.
5 Cosa significa per noi
La nostra civiltà, ormai lontana da quella natura che regolava con la necessità l'esistenza degli umili contadini il cui destino dipendeva dal cielo, ha perso i legami rituali e simbolici con fenomeni come i solstizi e gli equinozi. Il 21 è un giorno come un altro in prossimità del Natale. Tuttavia c'è ancora chi ama festeggiare il solstizio in modo da sentirsi vicino al Sole in questa fase così importante in cui rinasce, magari in virtù di una scelta religiosa e filosofica che lo prevede o esclusivamente per piacere personale: effettivamente, se esistesse un modo per farsi trasmettere l'energia dal nostro caldo astro, il solstizio sarebbe proprio un momento di cui approfittare per rigenerarsi assieme a lui e dire finalmente addio alle notti lunghe ed oscure.