Cinque bufale sugli esami di maturità
Come ogni anno all'avvicinarsi dell'esame di maturità c'è chi si impegna a studiare e chi si complica la vita cercando di fare il furbo. Spesso però i più furbi sono quelli che tentano di vendere in Rete presunte tracce dei test, mentre fioccano i soliti intramontabili luoghi comuni. Particolarmente diffuse le leggende riguardo i sistemi che insegnanti e polizia adotterebbero per prevenire la fuga di informazioni riguardo le tracce previste per i test, c'è anche chi spera di riuscire a studiare senza alcuno sforzo.
1. La polizia controlla i cellulari durante i test
La polizia postale potrebbe mettere certamente sotto controllo un cellulare, qualora risulti appartenente ad un indagato per motivi ben più seri. Del resto in Italia le norme che disciplinano le intercettazioni sono molto severe e restrittive.
2. Rilevatori contro chi copia
Sembra assurdo. Secondo un’inchiesta condotta dalla polizia postale nel 2015, due studenti su cinque credono che gli insegnanti possano intercettare gli studenti nell'atto di copiare col cellulare. I risultati si basano su un sondaggio che ha coinvolto un campione di circa 2.500 studenti del quinto anno. Del resto nessuno ha mai visto questi presunti rilevatori all’opera, né si capisce in base a quale principio dovrebbero funzionare.
3. I professori possono perquisire gli studenti
Più verosimile, ed è plausibile che qualche insegnante troppo zelante lo faccia, ma nel caso sarebbe in gravissimo torto. Una perquisizione anche se fatta da ufficiali di polizia può svolgersi solo in determinati casi, riguardanti per altro la ricerca di un presunto corpo del reato; un cellulare usato per copiare all’esame di maturità non rientra certo nei termini. Inoltre un docente non ha certo funzioni di polizia.
4. Tracce della maturità in anticipo nel Web
Può sicuramente esistere un mercato in Internet di tracce della maturità, ma queste sarebbero con tutta probabilità false. Anche nella remota ipotesi che un hacker riuscisse a diffonderle, il gesto difficilmente resterebbe inosservato, provocando l’inevitabile annullamento della prova. Per quanto riguarda lo scambio delle tracce esistono norme severe, con tanto di sanzioni previste dal Codice penale, non esclusa la fattispecie di istigazione a delinquere per chi invita a farlo. In questo caso si rischia sul serio di fare “cose più grandi di noi”. Il futuro di uno studente sarebbe molto meno a rischio se si lasciasse bocciare.
5. Ascoltare nel sonno la registrazione degli appunti
Un classico dei luoghi comuni, anche in altri ambiti di studio: si crede che ascoltare delle registrazioni in fase Rem permetterebbe di fissare nella nostra mente le nozioni. Non è mai stata dimostrata l’efficacia di questa tecnica, mentre è invece molto probabile trovarsi la mattina dopo in uno stato non proprio ottimale. Come sostenuto anche in questo interessante articolo di Skuola.net, chi dorme non piglia voti alti.