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Covid 19

Cibo spazzatura e ore davanti alla TV: il lockdown ha peggiorato l’obesità dei bambini

Durante il recente lockdown a causa della pandemia di coronavirus i bambini e gli adolescenti hanno trascorso più ore davanti a tv, smartphone e computer, hanno mangiato più “cibo spazzatura”, dormito di più e ridotto l’attività fisica. Tutto questo ha determinato un aumento di peso, che se non controllato potrà avere effetti duraturi sulla salute.
A cura di Andrea Centini
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Per spezzare la catena dei contagi del coronavirus SARS-CoV-2, moltissimi Paesi sono stati costretti a ricorrere a diverse misure di distanziamento sociale, compresi severi lockdown che hanno coinvolto centinaia di milioni di persone. L'obbligo di restare chiusi in casa per un periodo prolungato, come dimostrato da diversi studi, ha un impatto psicologico significativo, che accompagnato alle altre conseguenze della pandemia può far emergere ansia, sintomi depressivi, insonnia, incubi e persino delirio e disturbo da stress post-traumatico (PTSD, acronimo di post-traumatic stress disorder). Secondo il Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi, l'emergenza coronavirus determinerà “una grande onda di stress post-traumatico, che interesserà molti italiani, e che potrà rappresentare il vero conto salato della crisi in corso”.

Ma il lockdown può avere anche effetti negativi sulla nostra salute fisica, proiettandoci verso uno stile di vita sensibilmente più insalubre, fatto di sedentarietà, consumo eccessivo di cibo (in particolar modo di quello “spazzatura”) e sonno poco equilibrato. Ciò è particolarmente vero per i bambini, che durante il recente lockdown hanno aumentato in modo sensibile i comportamenti scorretti che catalizzano l'obesità. A sottolinearlo uno studio internazionale guidato da scienziati del Pennington Biomedical Research Center e dell'Università Statale di New York di Buffalo, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Odontoiatria, Ginecologia e Pediatria presso la Facoltà di Medicina dell'Università di Verona e del Dipartimento di Scienze della salute pubblica dell'Università Clemson.

Gli scienziati, coordinati dal professor Steven B. Heymsfield, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver seguito lo stile di vita di 41 bambini e adolescenti affetti da obesità a Verona. I ricercatori hanno raccolto informazioni su dieta, attività fisica e comportamenti del sonno dei giovani partecipanti durante tre settimane del recente lockdown. Dall'analisi dei dati è emerso che i piccoli hanno assunto un pasto in più al giorno; hanno aumentato in modo significativo l'assunzione di bevande zuccherate, patatine fritte e carne rossa; il tempo dedicato all'attività fisica si è ridotto; hanno trascorso 5 ore in più davanti alla televisione, allo schermo del computer e allo smartphone e hanno dormito mezzora in più. Il consumo di verdure è rimasto invariato, mentre è aumentato quello di frutta.

La tendenza a uno stile di vita scorretto durante il lockdown, spiegano gli esperti, è legato fondamentalmente all'assenza della routine quotidiana, fatta di scuola, attività sportive pomeridiane-serali e sonno regolare, tutte condizioni che aumentano la sedentarietà, e con essa un'alimentazione disequilibrata. È anche il motivo per cui normalmente i bambini e gli adolescenti aumentano di peso durante le vacanze estive, quando manca la programmazione del periodo scolastico. “La tragica pandemia di COVID-19 ha effetti collaterali che vanno oltre l'infezione virale diretta. I bambini e gli adolescenti alle prese con l'obesità si trovano in una sfortunata posizione di isolamento che sembra creare un ambiente sfavorevole al mantenimento di comportamenti salutari”, ha dichiarato il professor Myles Faith, esperto di obesità infantile dell'Università di Buffalo. Poiché l'aumento di peso legato al lockdown può avere effetti duraturi sulla salute dei bambini, gli scienziati raccomandano di contrastare quanto più possibile i comportamenti non salutari. I dettagli della ricerca “Effects of COVID‐19 Lockdown on Lifestyle Behaviors in Children with Obesity Living in Verona, Italy: A Longitudinal Study” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Obesity.

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