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Ci resta poco tempo per limitare i danni della crisi climatica

In vista del COP21, a Roma si riunisce il meeting internazionale Giustizia ambientale e cambiamenti climatici, il cui obiettivo è trovare una soluzione al riscaldamento globale.
A cura di Zeina Ayache
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Crisi climatica internazionale
Crisi climatica internazionale

Preoccupano i rischi a cui andiamo incontro a causa dell'emergenza climatica che stiamo vivendo: l'aumento di 4 gradi previsto porterà ad un surriscaldamento globale con conseguenti scenari disastrosi per gli essere umani e per la flora e la fauna che abitano questo Pianeta. L'unica speranza per fermare, o almeno rallentare, questa crisi è ridurre del 95% le emissioni di gas serra entro il 2050, così facendo potremmo sperare in un innalzamento delle temperature di circa 2 gradi, cifra mediamente accettabile. “La crisi climatica – spiega Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – può ancora essere vinta, a patto che si superi la sindrome del ‘passo del gambero’, una gara a chi resta più indietro, pensando di poter sfruttare i benefici della riduzione delle emissioni di gas serra, realizzate però da altri”. Solo l'equità potrà permetterci di limitare i danni del riscaldamento.

Per capire meglio come affrontare la crisi, i prossimi 10 e 11 settembre si terrà a Roma il meeting internazionale “Giustizia ambientale e cambiamenti climatici” che si pone come obiettivo quelli di “contribuire all’approfondimento e alla costruzione di una soluzione condivisa, in vista della Conferenza di Parigi”. A dicembre infatti si terrà la COP21, Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, al termine della quale, dopo 20 anni di tanti incontri e parole, si dovrebbe definire un vero e proprio accordo universale per salvarci dall'inquinamento che noi stessi produciamo.

Per riuscirci, spiega Ronchi, dovremmo vietare le costruzione di nuove centrali a carbone, eliminare entro il 2020 i sussidi ai combustibili fossili, rafforzare in generale le politiche e le misure di risparmio energetico, puntare sullo sviluppo delle fonti rinnovabili e limitare i mezzi di trasporto privato a favore di quelli pubblici e sostenibili.

Non sembrano soluzioni complesse, soprattutto considerando cosa c'è in gioco, resta comunque sconcertante come, anche per simili problematiche che potrebbero avere risvolti più che negativi, ci si riduca all'ultimo senza neanche avere la certezza di una soluzione condivisa.

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