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Chirurgo opera 5 persone al cuore da 32 chilometri di distanza grazie ad uno speciale robot

Un chirurgo indiano è riuscito ad operare al cuore, da 32 chilometri di distanza, cinque persone che soffrivano di aterosclerosi. Gli interventi chirurgici sono stati possibili grazie ad uno speciale robot chiamato CorPath GRX. Vediamo insieme com’è stato possibile e cos’è la telemedicina, che offre speranze per il futuro.
A cura di Zeina Ayache
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Un chirurgo indiano ha portato a termine 5 angioplastiche coronariche da 32 chilometri di distanza, grazie all’utilizzo di un robot che può essere comandato da remoto. Vediamo insieme di che robot si tratta e com’è stato possibile portare a termine le operazioni chirurgiche al cuore compiute a distanza record.

Va detto che le persone che si sono sottoposte a questa operazione soffrivano tutte e 5 di aterosclerosi, una condizione in cui la placca si accumula nei vasi sanguigni e limita il flusso sanguigno. Per intervenire sui pazienti, gli esperti hanno impiegato una speciale procedura da remoto che vede l’impiego di un robot chiamato robot CorPath GRX che, controllato dal chirurgo, inserisce nel cuore un piccolo strumento chiamato stent per aprire i vasi sanguigni dell’organo.

Questo tipo di procedura che sfrutta l’assistenza del robot è impiegata negli Stati Uniti dal 2011, ma questa è la prima volta che il robot viene utilizzato ad una simile distanza da record: 32 chilometri.

Le operazioni sono state un successo per tutti e cinque i pazienti, non si sono riscontrate complicazioni o sintomi avversi e tutte le persone ora stanno bene. Quanto realizzato è interessante per apre nuove e maggior possibilità di intervento a distanza, per quella che è chiamata la ‘telemedicina’ che è un settore della robotica che unisce vari campi per poter portare diversi compite a termine pur non essendo in loco, ma quindi da remoto.

Il chirurgo in questione, che ha portato a termine questa operazione da record, è il dottor  Tejas Patel, dell’Apex Heart Institute in India.

Il caso in questione è stato presentato all’interno dello studio intitolato “Long Distance Tele-Robotic-Assisted Percutaneous Coronary Intervention: A Report of First-in-Human Experience” e pubblicato sulla rivista The Lancet.

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