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Chi erano i migranti nell’antica Roma?

Lo rivelano (anche) gli studi sugli scheletri di due antichi cimiteri dell’Urbe.
A cura di Nadia Vitali
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Lo scheletro di un uomo sepolto presso il cimitero di Casal Bertone, morto tra i 35 e i 50 anni a Roma ma proveniente dalle regioni alpine (Credit: Kristina Killgrove)
Lo scheletro di un uomo sepolto presso il cimitero di Casal Bertone, morto tra i 35 e i 50 anni a Roma ma proveniente dalle regioni alpine (Credit: Kristina Killgrove)

A lungo Roma fu meta di persone attratte dalle possibilità offerte dalla grande Capitale durante l'epoca imperiale; ma fu anche la destinazione di schiavi "importati" nella città. Molti studi si sono soffermati sui flussi migratori che interessarono l'intero territorio dell'Impero Romano; ma un nuovo studio, pubblicato dalle pagine di PLOS ONE, cerca di guardare a questo fenomeno un po' più "da vicino".

Kristina Killgrove della University of West Florida e Janet Montgomery della britannica Durham University hanno, infatti, lavorato su 105 scheletri provenienti da due cimiteri romani che furono utilizzati come luogo di sepoltura tra i I e il III secolo d. C., rispettivamente collocati nelle zone di Casal Bertone in località Castellaccio Europarco.

In particolare, hanno misurato le proporzioni degli isotopi di stronzio, ossigeno e carbonio nei denti degli scheletri per determinarne l'origine geografica e la dieta seguita. A seconda della regione, infatti, si trovano diverse distribuzioni di isotopi di stronzio e ossigeno: differenti combinazioni riscontrabili in alcune caratteristiche dell'organismo di chi proviene da tali regioni o ci ha vissuto durante una fase della propria vita.

Così è stato possibile leggere, tra le ossa, i dettagli della vita di questi uomini morti 2000 anni fa: otto tra gli scheletri, infatti, hanno rivelato di essere nati altrove, presumibilmente alcuni in Nord Africa, altri nelle regioni alpine. Gli individui erano prevalentemente bambini e uomini, sepolti in una necropoli di questo tipo perché probabilmente molto poveri o addirittura schiavi.

Gli studiosi hanno osservato un drastico cambiamento nella dieta dei migranti, verosimilmente coincidente con il momento in cui si trasferirono a Roma e dovettero adattarsi alla cucina locale, a base di grano, legumi, carne e pesce. Adesso, concludono, non resta che aspettare future indagini sul DNA per fornire maggiori informazioni sui flussi migratori diretti a Roma.

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