Chi assume farmaci o la pillola non deve prendere il sole: la verità sulla fotosenbilità
Con l'arrivo dell'estate chi ama prendere la tintarella e si trova a dover assumere dei farmaci avrà sicuramente sentito parlare del pericolo di fotosensibilità. In pratica non si dovrebbero assumere determinate medicine se si va al mare. Ma è davvero così? Come per la questione legata all'assunzione correlata di antibiotici e alcol non si può generalizzare. Sappiamo che in alcuni casi l'affermazione è vera, ma non riguarda tutti i farmaci. Molto dipende dalla predisposizione di ognuno di noi. Occorre distinguere tra reazione foto-allergica e foto-tossica. Parliamo soprattutto di dermatiti. Per avere una reazione foto-tossica occorre assumere una dose abbondante del principio attivo, questa generalmente deve essere assunta per via topica, ovvero applicata localmente, magari sulla pelle esposta al Sole, ma ci sono anche casi che riguardano l'assunzione sistematica. Per le reazioni foto-allergiche questa eventualità è dovuta a sostanze prodotte nelle cellule che danno luogo ad una reazione immunologica all’esposizione solare, oltrettutto richiedono una bassa dose del principio attivo. Sono in studio diverse strategie per far fronte alle reazioni foto-sensibili, ma le soluzioni variano a seconda dei casi.
I farmaci che causano fotosensibilità
Sugli antibiotici si ricama parecchio, tanto riguardo all’associazione con l'alcol, quanto con gli anticoncezionali. Ma i principi attivi che elenchiamo riguardano casi molto particolari, le tetracicline si somministrano contro patologie che si sposano molto poco con l’andare al mare, come l'acne e altre problematiche cutanee, dovute al batterio Escherichia coli; i chinolonici si usano per infezioni soprattutto delle vie urinarie; i sulfamidici invece riguardano il trattamento delle infezioni batteriche. Quando parliamo di anticoncezionali orali ci riferiamo a reazioni foto-allergiche. Esistono diversi elenchi dei principi attivi più in uso su cui occorre fare maggiore attenzione, come i seguenti:
- Contraccettivi orali – etinilestradiolo e gestodene (Fedra);
- FANS – come il diclofenac (Voltaren);
- Antiaritmici – come la chinidina (Ritmocor);
- Alcune classi di antibiotici – tetracicline (Bassado), chinoloni (Ciproxin), sulfamidici (Bactrim);
- Antistaminici – come la clorfenamina (Trimeton);
- Retinoidi – isotratinoina (Roaccutan);
- Fenotiazine – come la clorpromazina (Largactil);
- Antimicotici – come la griseofulvina (Fulcin);
- Immunosoppressori – quali la ciclosporina (Sandimmun);
- Diuretici tiazidici – come l’idroclorotiazide (Esidrex).
Forse sarebbe meglio risolvere i problemi legati alla somministrazione di questi farmaci prima di mettersi il costume e prendere il Sole. A questo si possono aggiungere diversi accorgimenti: evitare di esporsi nelle fasce orarie di più intensa radiazione ultravioletta (tra le 10 e le 15), e usare le debite protezioni solari.
Anticoncezionali sotto il Sole
Come abbiamo visto esistono riscontri anche riguardo agli anticoncezionali di tipo orale. Si è molto dibattuto in particolare sulla loro relazione con la comparsa di macchie della pelle. Questo disturbo dovuto all'azione dei melanociti (cellule che producono la melanina) viene definito "melasma" oppure "cloasma". Il tema è ancora controverso, il prof. Annibale Volpe ginecologo della Sic. (Società italiana della contraccezione), in una intervista rilasciata nel 2017 ha messo in dubbio il collegamento tra contraccezione ormonale e fotosensibilizzazione:
È ancora diffuso il credo che la pillola possa causare eritemi, eczemi o macchie in estate. Falso: non è la contraccezione ormonale a causare episodi di fotosensibilizzazione, ma un’esposizione sconsiderata ai raggi solari […] Con l’arrivo della bella stagione, delle vacanze e della voglia di stare all’aria aperta, è frequente imbattersi in informazioni sul rapporto tra anticoncezionali orali e macchie cutanee non supportate da più che approfonditi dati scientifici che danno una visione distorta della realtà.
Fattori di rischio indipendenti dai farmaci
In generale quando si parla di reazioni avverse fotosensibili occorre tener conto di diversi fattori che possono concorrere indipendentemente dall’assunzione dei farmaci. La riduzione dello strato di ozono in primis, costituendo un incremento delle radiazioni Uv. Vi è poi una maggiore diffusione delle lampade abbronzanti, infine occorre tener conto della sensibilità ai raggi ultravioletti, diversa da persona a persona, questa dipende soprattutto dalla predisposizione genetica, determinando cheratinizzazioni anomale. Concorrono anche disturbi metabolici e anomalie nella pigmentazione. In conclusione, se pensate che assumere farmaci vi precluda la spiaggia a prescindere vi sbagliate. Questa eventualità riguarda solo un certo tipo di trattamenti, molti dovuti a patologie che non si sposano tanto con le vacanze al mare, questo però non vi esime dal consultare il medico prima, non si tratta infatti di effetti avversi imprevedibili: quando il medico si trova a prescrivere farmaci che possono dare fotosensibilità, deve avvisare sempre il paziente.