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Covid 19

Che tipo di tosse provoca il coronavirus

Le due specialiste in malattie respiratorie Maja Husaric e Vasso Apostolopoulos, docenti presso l’università australiana di Vittoria, hanno pubblicato una “guida” nella quale viene spiegato che tipo di tosse sperimentano i pazienti affetti da COVID-19, l’infezione scatenata dal coronavirus SARS-CoV-2.
A cura di Andrea Centini
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Come specificato dal Ministero della Salute e dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, tra i principali sintomi della COVID-19 (l'infezione scatenata dal coronavirus SARS-CoV-2) figurano febbre, affaticamento, difficoltà respiratorie (dispnea) e tosse secca. Quest'ultima, in un dettagliato report dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) basato sulle cartelle cliniche di circa 2mila pazienti deceduti, è stata rilevata nel 42 percento dei casi, mentre gli scienziati del Dipartimento di Malattie Infettive e Tubercolosi e Malattie Respiratorie di un ospedale di Wuhan, città cinese da cui il virus si è diffuso in tutto il mondo, l'hanno diagnosticata nell'82 percento dei soggetti ricoverati. Alla luce di queste percentuali è evidente che si tratta di uno dei “campanelli d'allarme” da tenere in considerazione, a maggior ragione se si sperimentano altri sintomi associati. Ma la tosse non è sempre uguale, dunque come fare a capire se ne stiamo sperimentando una forma “innocua” o una di cui dobbiamo preoccuparci?

Innanzitutto è doveroso sottolineare che soltanto un medico può dirvi se state sperimentando una tosse per la quale è necessario procedere con accertamenti oppure no (si tratta di un sintomo, non di una malattia), dunque per qualunque dubbio in merito, quando la si sperimenta, è fondamentale consultare il proprio. Fatta questa doverosa premessa, le professoresse Maja Husaric e Vasso Apostolopoulos, specialiste in malattie respiratorie dell'università australiana di Vittoria, sulla rivista scientifica The Conversation hanno riportato alcune indicazioni interessanti per farsi un'idea del tipo di tosse sperimentata. Del resto la tosse può essere un criterio diagnostico rilevante per molte patologie, e come spiegano le due professioniste, quando ci si reca dal medico veniamo sempre sottoposti a una serie di domande che aiutano nella diagnosi: tra le domande più comuni vi sono “da quanto tempo dura”; “in quale momento della giornata la si sperimenta di più”; come “suona” la tosse (se secca, grassa o umida, simile a un abbaio etc etc); se è correlata a sintomi come vomito, vertigini, insonnia e via discorrendo. "Una tosse occasionale è benigna, ma una che persiste per settimane, produce muco sanguinante, provoca cambiamenti nel colore del catarro o si manifesta con febbre, vertigini o affaticamento" suggerisce la consultazione di un medico, scrivono le specialiste nel proprio articolo.

Cos'è la tosse secca

Come specificato, la tosse provocata dal coronavirus è principalmente una tosse secca, cioè priva di espettorato (catarro). “La COVID-19 irrita il tessuto polmonare, la tosse è secca e persistente”, spiegano le due scienziate, ed è “accompagnata da difficoltà respiratorie e dolore muscolare”. Col possibile aggravamento dell'infezione, il tessuto polmonare può riempirsi di liquido infiammatorio, dunque si potrebbe “sperimentare una respirazione ancora più difficoltosa mentre l'organismo combatte per ottenere abbastanza ossigeno”. La tosse secca “di solito inizia nella parte posteriore della gola e produce un suono simile a un abbaio”, spiegano le ricercatrici, aggiungendo che questo tipo di tosse non libera le vie respiratorie come potrebbe fare quella grassa o umida, quindi non dà risultati in termini di efficienza respiratoria. La tosse secca è tipica delle infezioni alle alte vie respiratorie (naso e gola), come quelle scatenate dai virus del raffreddore, mentre quella umida è tipica di infezioni alle basse vie respiratorie, nelle quali il suono “bagnato” è dovuto alla presenza di muco/catarro che si sposta verso la bocca, spesso associandosi a respiro sibilante. Le due scienziate spiegano che quando l'infezione si aggrava e coinvolge i polmoni, gli alveoli polmonari possono riempirsi di fluido infiammatorio e sangue; ciò può trasformare la tosse secca provocata dal coronavirus in una tosse umida. Non a caso espettorato con sangue è stato osservato anche nei pazienti con COVID-19 (una possibilità evidenziata dall'Istituto Auxologico Italiano). La produzione di espettorato è stata osservata nel 28 percento dei pazienti affetti da coronavirus ricoverati presso presso il “Friendship Hospital” Cina-Giappone e coinvolti in uno studio guidato dal professor Bin Cao.

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