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“Che fine hanno fatto i nostri microbi?”, quanto è pericoloso l’eccesso di antibiotici

“Che fine hanno fatto i nostri microbi? Come l’abuso di antibiotici alimenta le malattie della nostra epoca” è il saggio di un affermato ricercatore che pone l’accento sui pericolo dell’era post-antibiotica.
A cura di Redazione Scienze
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Antibiotici per i virus, antibiotici per sicurezza, antibiotici di "copertura": l'eccesso di questi farmaci preoccupa da tempo studiosi ed enti di ricerca riconosciuti. A sottolineare i pericoli legati all'uso smodato degli antibiotici non sono ricercatori ossessionati dall'apocalisse, ma – tra gli altri – la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità che ha parlato di un'era post-antibiotica nella quale le infezioni che non uccidevano più potrebbero tornare a fare vittime.

Un prezioso punto sulla situazione è stato fatto da Martin J. Blaser, direttore dello Human Microbiome Project, del dipartimento di Medicina della New York University e presidente della Infectious Diseases Society of America. In “Che fine hanno fatto i nostri microbi?”, libro edito in Italia da Aboca Edizioni, lo studioso e medico statunitense, che da trent'anni dedica le sue ricerche al ruolo dei batteri nelle malattie dell’uomo, sostiene che l'eccesso di farmaci sta portando alla scomparsa di batteri vitali nell'organismo dell'essere umano. Contrariamente a ciò che si è soliti pensare, i batteri non rappresentano necessariamente un pericolo. Anzi: batteri e cellule convivono spesso in un rapporto di simbiosi, rendendo i batteri un alleato prezioso alla salute e alla vita dell'essere umano. L'eliminazione indiscriminata di questi microrganismi ad opera di prescrizioni troppo "generose" indebolisce le nostre difese ed espone il corpo non solo ad infezioni che potrebbero essere tranquillamente gestite dal nostro apparato immunitario, ma anche ad asma, diabete, obesità, allergie alimentari e disturbi metabolici.

Flaconi di antibiotico (@Joe Raedle/Getty Images).
Flaconi di antibiotico (@Joe Raedle/Getty Images).

Il primo effetto nefasto degli antibiotici è però la selezione dei batteri: più ne assumiamo, più distruggiamo quelli meno pericolosi, più "aiutiamo" a far proliferare quelli aggressivi. Assumere questi farmaci, dunque, aumenta la resistenza dei batteri all'antibiotico stesso, imponendo ai ricercatori di "inseguire" microorganismi sempre più sviluppati e pericolosi. La soluzione è dunque non assumere più antibiotici? Nulla di così drastico, spiega l'autore del saggio, "Non desidero proibire gli antibiotici, chiedo soltanto che vengano utilizzati con maggiore saggezza e che vengano sviluppati degli antidoti ai loro peggiori effetti collaterali". Bisogna capire, spiega ancora Blaser, "gli antibiotici hanno un costo biologico oltre che chiari benefici, influenzano i batteri amici, e tutto ciò che cambia i nostri microbi antichi ha per l’organismo un potenziale costo in termini di salute. È giunto il momento di prendere decisioni importanti".

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