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C’è acqua su Cerere

Il telescopio Herschel dell’ESA ha rilevato la presenza di vapore acqueo attorno al Pianeta nano.
A cura di Nadia Vitali
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Elaborazione artistica di Cerere (fonte ESA)
Elaborazione artistica di Cerere (fonte ESA)

Dopo averlo ipotizzato a lungo, gli astronomi possono finalmente accertare la presenza di acqua su Cerere: il tutto grazie ai dati ottenuti con il telescopio spaziale Herschel dell’Agenzia Spaziale Europea che, sfruttando il suo occhio infrarosso, ha individuato e localizzato due punti di emissione di vapore acqueo sulla superficie del Pianeta nano, consentendo così di confermare quello che gli scienziati pensavano già da una trentina di anni, anche sulla base degli studi condotti dall'osservatorio astronomico Keck, sul vulcano Mauna Kea, alle isole Hawaii. I dettagli della scoperta sono stati resi noti attraverso un articolo pubblicato dalla rivista Nature.

Situato nella fascia principale degli asteroidi, Cerere venne scoperto nel 1801 dall'astronomo italiano Giuseppe Piazzi e considerato, almeno per i primi decenni, esattamente come un Pianeta. Successivamente si scelse per questo corpo celeste la classificazione di asteroide e così fu fino al 2006 quando, con i suoi circa 950 chilometri di diametro e la sua forma quasi sferica, ottenne di diritto lo status di Pianeta nano, così come Plutone, avvistato la prima volta nel 1930, o Eris e Makemake, entrambi di assai più recente scoperta.

Fenomeni di sublimazione o criovulcanesimo?

Che ci fosse dell’acqua su Cerere, in ogni caso, era un fatto dato quasi per scontato: ma l’osservazione diretta costituisce una testimonianza fondamentale, anche perché apre la strada a nuovi interrogativi relativi all'origine delle emissioni di vapore individuate che, per la cronaca, consistono in circa sei chili al secondo. Accertato che le fonti di provenienza sono in due punti precisi, collocati nei pressi della fascia equatoriale e descritti come simili a degli enormi geyser, gli scienziati propendono per due possibili spiegazioni sulla natura del fenomeno.

L'emissione di vapore è concentrata nella fase del perielio?
L'emissione di vapore è concentrata nella fase del perielio?

Da una parte potrebbe trattarsi di sublimazione di ghiaccio in vapore acqueo, esattamente come accade con le Comete quando si avvicinano al Sole, con il passaggio diretto dell’acqua dallo stato solido a quello gassoso; dall'altra non si può escludere l’ipotesi del criovulcanesimo, ossia eruzioni generate da fonti di calore interno che, però, comportano l’emissione di acqua in luogo della consueta lava. Pare che i ricercatori siano maggiormente sbilanciati verso la prima ipotesi: questa infatti potrebbe facilmente chiarire come mai gli “sbuffi” di vapore si verifichino quando Cerere si trova al perielio, secondo quanto ha dato modo di osservare fino ad ora Herschel: i fenomeni vulcanici, infatti, sono del tutto indipendenti dalla maggiore o minore vicinanza al Sole. Nonostante questo forte indizio, comunque, non è ancora possibile essere definitivi sulla questione, ragion per cui saranno necessari studi ulteriori.

In attesa di Dawn

Quanto a questo non c'è nulla da temere: Cerere è ormai da tempo un obiettivo privilegiato delle osservazioni spaziali, proprio in virtù dei segreti e delle novità che potrebbe svelare agli studiosi del Sistema Solare. Il prossimo anno, infatti, sarà la volta della sonda Dawn che andrà a far visita al Pianeta nano: previsto per febbraio del 2015, l'incontro avverrà quando Cerere si troverà all'afelio, ossia nel punto lungo la propria orbita più distante dal Sole e, dunque, nella fase durante la quale non dovrebbero verificarsi emissioni di vapore, stando alle ipotesi degli astronomi. Solo allora sarà possibile confermare o smentire e, in generale, avere informazioni più precise sulla genesi e la natura di questi getti.

Rappresentazione artistica di Dawn tra Vesta e Cerere
Rappresentazione artistica di Dawn tra Vesta e Cerere

Lanciata nel 2007, la missione Dawn della NASA si è già occupata di Vesta a partire dal luglio del 2011: il più grande asteroide della fascia principale è stato poi salutato dalla sonda nello stesso mese dell'anno successivo, quando è iniziato il lungo viaggio negli abissi dello spazio in direzione di Cerere. L'ultima scoperta a proposito del Pianeta nano conferma l'importanza del corpo celeste e ne giustifica il grande interesse da parte degli studiosi che, ormai da tempo, sperano di poter conoscere sempre meglio le caratteristiche di quel mantello ghiacciato che dovrebbe ricoprirne la superficie o, addirittura, di quell'oceano che forse è ospitato al di sotto di essa.

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