Cartelle cliniche in ologrammi, ora sono realtà con l’app della studentessa Vittoria Frau
La studentessa italiana di Informatica Vittoria Frau ha progettato un'applicazione che trasforma i dati contenuti nelle cartelle cliniche in ologrammi. I medici possono visualizzarli direttamente sul corpo del paziente e senza uso delle mani, grazie al riconoscimento facciale che li fa “apparire” al contatto visivo. L'avveniristico software sviluppato dalla giovane ricercatrice dell'Università di Cagliari (UNICA) funziona sullo speciale visore per la realtà aumentata “Hololens” di Microsoft. Grazie a questo futuristico dispositivo i medici possono tenere libere le mani e consultare i dati clinici rapidamente e comodamente durante le visite in corsia.
Come indicato nel comunicato stampa dell'ateneo sardo, la giovane dottoressa impegnata nel corso di laurea magistrale in Informatica ha messo a punto l'applicazione “come progetto finale del corso di User Interface Technologies tenuto dal ricercatore Davide Spano”. Quest'ultimo ha pubblicato un video esplicativo che mostra il funzionamento del software. Conscia della bontà del proprio progetto, la Frau ha inviato un articolo agli organizzatori del congresso WomENcourage, un evento internazionale – che quest'anno si terrà a Roma, a partire dal 16 settembre – dedicato alle donne impegnate nella professione informatica, con l'obiettivo di sostenere la ricerca e favorire lo scambio di idee ed esperienze. L'applicazione è stata così apprezzata che non solo è stata accettata, ma è stata anche inserita nella lista delle migliori 25. Durante l'evento una giuria di esperti valuterà tutti i progetti e decreterà il vincitore.
Il WomENcourage, il cui motto dell'edizione 2019 è “Diversity Drives Societal Change” (la diversità favorisce il cambiamento sociale) rappresenta uno degli eventi più importanti del settore informatico, anche perché organizzato dalla Association for Computing Machinery (ACM). Si tratta di un'associazione accademica internazionale senza scopo di lucro fondata nel 1947, che assegna il prestigiosissimo “A.M. Turing Award” (premio Turing), considerato il premio Nobel dell'Informatica. Così chiamato in onore del matematico inglese Alan Mathison Turing, il padre delle scienze informatiche, viene assegnato ogni anno dal 1966 agli autori dei più importanti contributi nel campo dell'informatica. L'unico italiano a conquistarlo è stato Silvio Micali nel 2012, un professore del celebre MIT.