“Carnevale vecchio e pazzo”: cosa c’è da sapere sulla festa delle maschere
Di feste che prevedevano il mascheramento e il sovvertimento dell’ordine cosmico e sociale, in favore di un caos in cui il contadino diventa signore e viceversa, ce ne erano tante già nell'antichità e presso diverse civiltà: ciononostante, il Carnevale è divenuto, nei secoli che hanno visto l’imporsi del Cristianesimo in Europa, una parte integrante del calendario che scandisce ricorrenze e celebrazioni legate al mondo religioso cattolico. Una tappa obbligata, per l’anima e per la pancia, dal momento che il periodo carnevalesco si conclude con il Martedì Grasso che apre invece agli amari giorni della Quaresima, quando il digiuno dovrà servire a preparare il corpo, purificandolo, alla morte di Cristo.
Ma soprattutto il Carnevale marca un momento di passaggio, uno dei tanti che l’uomo dei secoli scorsi, povero ed impaurito di fronte ad una Natura dalla quale dipendeva la sua stessa sussistenza e sopravvivenza, accompagnava con dei rituali che dovevano servire a garantire il corretto svolgimento di ogni cosa in quel delicato frangente.Via libera, dunque, al ribaltamento delle gerarchie, allo scioglimento dell'ordine costituito, agli scherzi e ai bagordi: tutto ammesso e concesso al fine di creare un "tempo mitico" e al di fuori della storia, all'interno del quale gli esordi di primavera possano fare serenamente il proprio transito e far dimenticare l'inverno che, faticosamente, ci si sta lasciando alle spalle. Del resto il caos del Carnevale è, come ogni caos che si rispetti, origine del nuovo ordine che, una volta rigenerato, è destinato a durare per tutto l'anno successivo, quando giungerà nuovamente il tempo di darsi alla baldoria e di sacrificare gli animali più grassi, abolendo il passato e portando il mondo ad una nuova, primigenia creazione.
Ma cosa c'entrano le maschere? A causa della propria natura di varco tra "vecchio" e "nuovo", delle sue intrinseche caratteristiche di annullamento di qualunque limite e confine prestabilito, il Carnevale diviene dunque terra privilegiata anche per il passaggio delle anime che, avendo la possibilità di aggirarsi tra i vivi, potrebbero costituire un pericolo per gli uomini: le maschere servono proprio per allontanare tale pericolo. Esse costituiscono un simulacro che provvisoriamente può essere offerto agli spiriti erranti, in luogo dei corpi degli individui, e svolgono la propria funzione apotropaica donando a questi le loro stesse peculiarità: da qui l'aspetto spesso mostruoso e spaventoso delle maschere.
Alla fine, dopo aver consentito alle anime di sciamare indisturbate tra una folla festante dal volto irriconoscibile, e dopo aver consentito al povero disgraziato di diventare principe per un giorno, comunque l'ordine deve essere nuovamente costituito: tale necessità era spesso espressa simbolicamente con un rito purificatorio che chiudeva le celebrazioni e che prevedeva un funerale per Carnevale, talvolta preceduto da processi, condanne e letture di testamenti e spesso accompagnato da un rogo nel quale veniva arso il consueto "fantoccio" che portava via con sé non soltanto la festa ma anche quel "vecchio" che andava eliminato del tutto per dare spazio al rinnovamento. Come si concludeva la poesia che tutti abbiamo imparato da bambini:
Così muore Carnevale e gli fanno il funerale, dalla polvere era nato ed in polvere è tornato
E infine, da cosa dipende la data? L'evidenza ci suggerisce che il Carnevale sia collegato alla Pasqua, festa mobile che cade sempre di domenica, lungo un periodo che può essere compreso tra il 22 marzo ed il 25 di aprile: ma in che modo? La data da tenere in considerazione è quella dell'equinozio di primavera (il 21 marzo): la domenica successiva al primo plenilunio dopo l'equinozio sarà quella in cui cadrà la Pasqua. Per risalire al Carnevale, basterà contare a ritroso i 46 giorni che separano la domenica in cui si celebra la Resurrezione dal Mercoledì delle Ceneri, giorno che segue il Martedì Grasso dando inizio alla penitenza e ai digiuni purificatori.