Cani come probiotici, vivere con loro migliora la nostra salute
Chi non ha un cane o non ama i cani spesso pensa che siano sporchi e che portino malattie. Nulla di più errato. Secondo un nuovo studio promosso dal dipartimento di Psichiatria dell'Università dell'Arizona, con la collaborazione della Humane Society of Southern Arizona, i nostri migliori amici a quattro zampe avrebbero addirittura effetti positivi sulla nostra salute.
Do ut des
Non si tratta “solo” di questioni legate all'umore, è risaputa infatti l'influenza positiva che cani, gatti e animali domestici hanno, in generale, sull'essere umano. Ciò che i ricercatori vogliono dimostrare è invece l'effetto probiotico che Fido, come uno yogurt, può avere sulla nostra salute. Nel nostro corpo possono essere presenti batteri “buoni” e batteri “cattivi”, a seconda del ruolo che hanno. Attraverso i farmaci moderni, che dovrebbero colpire quelli “cattivi”, sempre più spesso a rimetterci sono anche quelli “buoni”.
Fido come uno yogurt
Questi ultimi, conosciuti come microbiota, si trovano nel nostro tubo digerente e hanno un ruolo fondamentale per il benessere psichico e fisico. Studi recenti hanno infatti dimostrato che cani e persone che convivono finiscono per condividere gli stessi batteri “buoni”, così come i bambini che crescono con Fido hanno meno probabilità di sviluppare malattie come asma o allergie.
I partecipanti all'esperimento
Per comprendere quanto realmente questa condivisione di batteri possa avere effetti benefici sulla salute di entrambi, cani e persone, l'Università dell'Arizona ha deciso di chiedere la collaborazione a tutti coloro che:
- hanno tra i 50 e gli 80 anni
- non hanno avuto un cane negli ultimi 6 mesi
- non prendono antibiotici da almeno 6 mesi
- accettano di adottare un cane per almeno 3 mesi
Queste persone potranno infatti scegliere un cane del canile e, ad intervalli di tempo prestabiliti, verranno entrambi ricontrollati per verificare eventuali cambiamenti tra i batteri intestinali.
Cosa succede a Fido?
Ogni cane viene affidato sano e vaccinato, il cibo necessario per il periodo dello studio, così come eventuali cure veterinarie, sono a carico dei ricercatori. I partecipanti avranno un chip, attaccato al collare, che permette di misurarne l'attività giornaliera (passeggiate, corse o sonnellini) e lo stato di salute e di inviare i dati raccolti direttamente ad uno smartphone. Questo ovviamente serve per assicurarsi che anche i vari Fido godano di buona, se non ottima, salute. Una volta terminata la ricerca, i partecipanti umani potranno scegliere se adottare il cane con il quale hanno condiviso gli ultimi 3 mesi e i batteri “buoni”. Diversamente, Fido tornerà in canile dove l'associazione Humane Society of Southern Arizona si occuperà di trovargli una nuova casa. Le biografie e le fotografie dei cani partecipanti saranno presto disponibili sul sito dell'esperimento.