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Cancro, ascoltata la “voce” dei tumori per la prima volta: speranza per nuove cure

Un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dello University College di Londra ha messo a punto una nuova tecnica spettroscopica grazie alla quale è stato possibile decifrare la “voce” dei tumori, i segnali di comunicazione che permettono alle cellule malate di crescere in modo incontrollato. Possibili nuove cure grazie ai test sui mini-organoidi coltivati in laboratorio.
A cura di Andrea Centini
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Divisione di una cellula cancerosa. Credit: National Institutes of Health
Divisione di una cellula cancerosa. Credit: National Institutes of Health

Intercettati per la prima volta i segnali di comunicazione emessi dalle singole cellule tumorali, che permettono loro di proliferare in modo incontrollato. La scoperta della “voce” dei tumori apre le porte a nuove e potenzialmente rivoluzionarie terapie anticancro, poiché grazie alla nuova tecnica messa a punto dagli scienziati è possibile valutare simultaneamente il comportamento delle cellule malate, delle cellule sane e di quelle del sistema immunitario all'interno di mini-organoidi tumorali coltivati in laboratorio, sulla base delle cellule prelevate dai pazienti. Con questi aggregati di cellule si può sperimentare un determinato farmaco e conoscere in anticipo se sarà efficace oppure no, così come testare terapie personalizzate.

A sviluppare la nuova tecnica è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati del Cancer Institute presso lo University College di Londra, Regno Unito, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Chimica dell'Università di Toronto, Canada. Gli scienziati coordinati dal professor Christopher J. Tape, docente presso il Dipartimento di Oncologia dell'ateneo londinese, hanno scoperto che le mutazioni presenti nelle cellule tumorali permettono di replicare i segnali di crescita delle cellule sane nei tessuti, che sono rigidamente controllati per tenere a bada la crescita; nelle cellule malate, tuttavia, questi segnali risultano sempre attivi e determinano così la crescita incontrollata. L'intero processo, ha spiegato il professor Tape, è stato “osservato nei minimi dettagli” grazie agli organoidi coltivati in laboratorio.

Per studiare il cancro i mini-organoidi in tre dimensioni sono molto importanti, poiché incorporano varie tipologie di cellule. Per analizzarle, tuttavia, i metodi tradizionali prevedono la separazione di tutte le cellule senza poter comprendere come comunicano i vari tipi fra loro. Per questo Tape e colleghi hanno messo a punto una innovativa tecnica di spettrometria di massa, talmente sensibile che è in grado di intercettare i segnali di comunicazione di milioni di singole cellule nel cuore dei mini-organoidi. Durante un test gli scienziati hanno intercettato circa 30 molecole segnale scambiate da sei differenti tipi di cellule.

“Comprendendo come funzionano i mini-tumori a livello della singola cellula, questa nuova tecnologia consentirà ai ricercatori di identificare nuovi modi per curare il cancro di un individuo”, ha dichiarato il dottor Tape. “Prevediamo che in futuro ciascun paziente avrà i mini-tumori coltivati come ‘biopsie viventi' assieme al trattamento clinico. Saremo in grado di testare i farmaci sui mini-tumori e utilizzarli per informare i medici su come trattare lo specifico tumore del paziente”. Tape ha aggiunto che la nuova tecnica potrà essere utile non solo per la sperimentazione delle chemioterapie, ma anche per i farmaci immunoterapici, proprio perché misura diversi tipi di cellule contemporaneamente. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Nature Methods.

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