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Cancro alle ovaie, nessun legame col talco in polvere: lo dimostra studio su 250mila donne

Un team di ricerca americano guidato da scienziati del National Institute of Environmental Health Sciences ha dimostrato che non c’è alcuna correlazione statistica tra l’utilizzo del talco in polvere (utilizzato per l’igiene intima femminile) e lo sviluppo del cancro alle ovaie. Lo studio è stato condotto sui dati di 250mila donne.
A cura di Andrea Centini
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Non vi è alcun rapporto di causa-effetto tra l'utilizzo della polvere di talco e lo sviluppo del cancro alle ovaie. Lo ha dimostrato un team di ricerca americano guidato da scienziati del National Institute of Environmental Health Sciences presso il Research Triangle Park della Carolina del Nord, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Moffitt Cancer Center and Research Institute di Tampa (Florida), della prestigiosa Harvard TH Chan School of Public Health e di altri istituti statunitensi.

Si tratta di un risultato storico, che potrebbe mettere la parola fine alle controversie – legali comprese – emerse in seguito alla pubblicazione di precedenti e contestati studi, che avevano trovato un'associazione tra l'uso della sostanza (utilizzata per l'igiene intima femminile) e lo sviluppo del carcinoma alle ovaie. Una ricerca del 2013 condotta dall'autorevole Brigham and Women's Hospital di Boston, ad esempio, aveva determinato che le donne che usano la polvere di talco in modo regolare hanno un rischio di cancro alle ovaie superiore del 24 percento; è sulla base di studi come questo che lo scorso anno la magistratura americana aveva condannato (in primo grado) il colosso farmaceutico Johnson & Johnson al pagamento di miliardi di dollari di risarcimento a 22 donne che avevano utilizzato il prodotto per decenni, e a causa del quale avrebbero sviluppato la malattia.

Ora gli scienziati coordinati dalla professoressa Katie M. O'Brien hanno sovvertito i risultati dei vecchi e contestati studi, portando a termine la più approfondita indagine statistica sul presunto legame tra talco in polvere e carcinoma ovarico. Durante lo studio, commissionato dal governo degli Stati Uniti, O'Brien e colleghi hanno analizzato i dati di oltre 250mila donne (per un totale di 4 coorti), che tra il 1982 e il 2017 sono state intervistate più volte sulle proprie abitudini legate alla salute, compreso l'utilizzo della sostanza “incriminata”. Ebbene, incrociando tutti i dati gli scienziati non hanno rilevato alcuna associazione statistica significativa tra l'applicazione intima del talco e lo sviluppo del carcinoma ovarico.

Nel complesso 2mila donne durante il periodo di follow-up hanno sviluppato la malattia; l'incidenza è stata di 61 casi all'anno su centomila donne fra quelle che utilizzavano il talco regolarmente, mentre i casi tra quelle che non lo utilizzavano sono risultati essere 55 all'anno. Tale piccola differenza non è stata ritenuta appunto statisticamente significativa dagli scienziati. I dettagli della ricerca, accompagnata anche da un editoriale, sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Journal of American Medical Association (JAMA).

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