Cancro al seno, più a rischio le donne obese: ecco perché e come intervenire
L’obesità è un importante fattore di rischio per lo sviluppo del cancro al seno, nello specifico del cancro al seno triplo negativo, che è particolarmente aggressivo poiché è difficile da curare. Vediamo insieme come l’obesità influisce sul rischio di cancro al seno e cosa consigliano gli esperti alle donne.
Cancro al seno ed obesità. Siamo abituati a pensare che il fumo sia la causa principale del tumore al seno, ma l’incremento del numero di persone obese sta dimostrando che anche i chili di troppo sono un fattore che aumenta le probabilità di sviluppare questa malattia, in particolare per quanto riguarda la forma aggressiva triplo negativa. Ma come è possibile?
Questione di grasso. Gli scienziati hanno scoperto che l’obesità riprogramma i macrofagi, cioè globuli bianchi ‘spazzini’ che sono in grado di divorare gli ‘invasori’ come batteri, virus e cellule tumorali, in magrofagi proinfiammatori, macrofagi metabolicamente attivati che, invece di contrastare il cancro al seno, lo promuovono. Questi si accumulano nel tessuto adiposo mammario e rilasciano interleuchina 6, una citochina proinfiammatoria che può dare luogo ai tumori e che abbonda in caso di obesità. L'interleuchina 6 si lega a un recettore sulla superficie delle cellule tumorali esistenti e così facendo rischia di creare “un fenotipo di cellule staminali ancora più aggressivo”, spiegano gli scienziati. Queste cellule staminali tumorali sono in grado di incoraggiare la crescita e la metastasi del tumore, consentendogli di spostarsi in altri siti.
Cosa fare dunque? Dimagrire una volta diagnosticato il cancro al seno è inutile, l’intervento deve essere preventivo, poiché è necessario ridurre al minimo il rischio di infiammazioni croniche scatenate dal meccanismo sopra descritto, e riducendo di conseguenza le probabilità di sviluppare un tumore al seno triplo negativo.
Lo studio, intitolato "Metabolically activated adipose tissue macrophages link obesity to triple-negative breast cancer", è stato pubblicato sul Journal of Experimental Medicine.