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Cancro al seno: nuove speranze grazie alla mastectomia preventiva che preserva i capezzoli

La mastectomia nipple sparing è un tipo di operazione che elimina la massa tumorale, ma mantiene il capezzolo e l’areola. Fino ad oggi questo intervento non era ritenuto adatto per le donne portatrici del gene BRCA che incrementa il rischio di sviluppare il cancro al seno.
A cura di Zeina Ayache
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Quando si parla di cancro al seno non si può che fare riferimento alle operazioni chirurgiche necessarie all'esportazione della massa tumorale. Se in passato questo tipo di interventi portava alla malformazione totale del seno delle donne, che solo se avevano possibilità economiche riuscivano a ricostruirselo, adesso a disposizione esistono diverse tipologie di operazioni che, nei casi migliori, intervengono unicamente sulla massa, mantenendo intatto il capezzolo, l'areola e la cute sovrastante alla ghiandola mammaria, stiamo parlando cioè della mastectomia “nipple sparing”.

Secondo un recente studio della Mayo Clinic, adesso questo tipo di operazione potrebbe risultare sicura ed efficace anche per le donne portatrici del gene BRCA che codifica una proteina conosciuta come “proteina di suscettibilità al cancro della mammella tipo 1” che incrementa di molto il rischio di sviluppare un cancro al seno. Già in passato si era parlato dell'esportazione preventiva della mammella nelle portatrici del BRCA per eliminare ogni rischio, un esempio su tutte è Angelina Jolie che si è sottoposta proprio a questo tipo di intervento. Fino ad ora però la mastectomia prevista portava, per sicurezza, all'eliminazione totale della ghiandola, ma anche del capezzolo e dell'areola.

Adesso però, i ricercatori della Mayo Clinic avrebbero dimostrato che la mastectomia nipple sparing è ugualmente efficace rispetto a quella totale anche per le portatrici del gene BRCA, pur mantendo intatti alcuni tessuti che potrebbero essere a rischio.

Per giungere a questa conclusione, hanno osservato i dati raccolti da 348 pazienti sottoposte a mastectomia preventiva tra il 1968 e il 2013. Di queste, 203 avevano scelto questo tipo di operazione per entrambi i seni mentre le altre 145, in passato malate, per evitare che il cancro si sviluppasse anche nell'altro seno.

Nessuna donna, tra quelle che si erano sottoposte a mastectomia preventiva bilaterale, aveva sviluppato il cancro al seno, mentre 7 tra le donne che avevano già un passato di cancro al seno sono decedute durante il follow up.

Insomma, quanto riportato dai ricercatori offre uno stimolo in più alle portatrici del gene BRCA per scegliere di operarsi, mantenendo l'aspetto estetico del seno, e sconfiggendo ogni rischio di sviluppare un cancro.

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