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Cancro al seno, l’aspirina allunga o accorcia la vita a seconda del DNA delle pazienti

La metilazione del DNA influisce sul rischio di morte delle pazienti in associazione all’assunzione di aspirina: vediamo insieme come l’antinfiammatorio più famoso possa ridurre o aumentare le probabilità di decesso nelle donne che soffrono di tumore al seno in base alla loro genetica. Ecco cosa c’è da sapere.
A cura di Zeina Ayache
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I cambiamenti del nostro DNA legati alla metilazione modificato l’effetto dell’aspirina sulle pazienti con cancro al seno: in alcuni casi infatti l’antinfiammatorio aumenta l’aspettativa di vita, in altri la riduce. Vediamo insieme cosa c’è da sapere sugli effetti dell’aspirina sul DNA delle pazienti con tumore al seno.

Prima di tutto: cos’è la metilazione

La metilazione, ci spiegano gli esperti, è una modifica chimica in cui un gruppo metilico agisce come un interruttore della luce in una molecola del DNA, attivando e disattivando alcune attività genetiche. I cambiamenti chimici nelle aree del DNA che sono responsabili della morte cellulare, dei danni e delle riparazioni, come avviene nel caso della metilazione, contribuiscono allo sviluppo del cancro nel tempo. Identificare le aree in cui avvengono questi cambiamenti epigenetici aiuta a prevedere determinati rischi o metodi di trattamento efficaci.

Aspirina e DNA. Gli scienziati hanno voluto studiare gli effetti della mediazione del DNA sui tessuti di tumore al seno e sulle cellule del sangue periferico in associazione all’utilizzo di aspirina e al tasso di mortalità delle donne con cancro al seno. Per riuscirci hanno raccolto dati su 1266 donne e hanno scoperto che la mortalità per qualsiasi causa dopo il cancro al seno era maggiore del 67% tra coloro che assumevano almeno un’aspirina a settimana per sei settimana e che avevano la varianze genetica BRCA1, che promuove lo sviluppo di questa malattia, e un tumore metilato. L’uso di aspirina invece riduce il rischio morte del 22-40% nelle donne che hanno un tumore non metilato promosso dalla variante BRCA1 e che esprime il recettore per il progesterone (PR).

L’azione dell’aspirina. Le infiammazioni croniche possono portare allo sviluppo di diverse tipologie di tumori, incluso quello al seno, l’aspirina è un farmaco non steroideo antifiammatorio e proprio per questo potrebbe ridurre, in alcuni casi, il rischio di sviluppare questa tipologia di cancro.

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