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Campi Flegrei, nuova fumarola aumenta la paura

Comparsa tra Agnano e Pozzuoli, in un’area già interessata da un’altra fumarola. Negli ultimi due anni il sollevamento della terra è ripreso a ritmi inusuali.
A cura di Roberto Paura
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Fumarola Campi Flegrei

Aumenta la preoccupazione intorno ai Campi Flegrei, il più pericoloso supervulcano del mondo, nell’area di Napoli, su cui insiste una popolazione di oltre centomila persone. Dopo la ripresa dell’innalzamento del terreno, fenomeno storicamente noto come bradisismo, aumentano i segnali che preoccupano la comunità scientifica. Due giorni fa l’Osservatorio Vesuviano-INGV ha inviato alla Protezione Civile una nota riguardo l’improvvisa comparsa di una fumarola nell’area di Pisciarelli, tra il quartiere di Agnano e il comune di Pozzuoli: un vero e proprio geyser con getti di acqua bollente fino a 5 metri e temperature vicine ai 100° C. La zona era già stata dichiarata off-limits nel 2010, con l’aumentare delle emissioni di gas e acqua. Potrebbe trattarsi di una conseguenza delle forti piogge dei giorni scorsi, secondo Marcello Martini, direttore dell’Osservatorio Vesuviano, intervistato dall’ANSA. Un fiume d’acqua avrebbe tappato la preesistente fumarola e provocato l’apertura di una nuova bocca poco lontano. Ma saranno necessarie ulteriori indagini, precisa Martini, che verranno effettuate nei prossimi giorni.

La ripresa del bradisismo – Nell’ottobre del 2006 venne scoperta nella zona di Pisciarelli una sorgente di acqua bollente di circa 3 metri, allargatasi poi negli anni successivi. Nel 2009 è invece comparsa una nuova fumarola, con emissione di fango e gas. Proprio quest’ultima si sarebbe ora chiusa, portando all’apertura qualche giorno fa della nuova bocca. I fenomeni si collegano alla ripresa del bradisismo a partire dal 2004. Mentre da allora fino al 2011 l’innalzamento del suolo complessivamente ha raggiunto i 9 cm, dal marzo 2011 a oggi il sollevamento ha superato i 10 cm. La fase più intensa è iniziata l’anno scorso: nel 2012 il terreno si è sollevato per complessivi 7 cm. Attualmente la media è sui 3 cm di innalzamento al mese. Si tratta di un’accelerazione comunque inferiore a quella della crisi che colpì l’area di Pozzuoli tra il 1982 e il 1985 (circa 14 cm/mese), costringendo all’evacuazione di ben 30mila persone dal Rione Terra e dalle zone limitrofe, le più interessate dalle deformazioni del suolo. Tuttavia, in seguito a un sciame sismico avvenuto a settembre, con una scossa chiaramente avvertita dalla popolazione (nonostante la bassa intensità, appena 1,7° Richter), la Protezione Civile ha posto sotto più attento monitoraggio la zona.

Livello di attenzione – Alla fine di novembre, la Commissione Grandi Rischi della Protezione Civile ha deciso di alzare l’allerta dal livello “base” a quello di “attenzione”, accelerando l’elaborazione del piano di “pre-allarme”, che è il terzo dei quattro livelli di allerta per il rischio vulcanico. Anche se non c’è un rischio immediato per la popolazione, la prudenza non è mai troppa, secondo i Verdi, che chiedono invece di preparare subito un piano di evacuazione. Vista l’alta antropizzazione del territorio, le persone interessate da evacuazione sarebbero circa 400mila. A differenza del Vesuvio, nel caso dei Campi Flegrei anche parte della popolazione di Napoli andrebbe evacuata essendo il capoluogo campano sottovento e quindi potenzialmente interessato dall’eruzione. L’ultima eruzione dei Campi Flegrei è avvenuta nel 1538. Pur trattandosi di un fenomeno blando rispetto alle precedenti eruzioni in epoche preistoriche, provocò la comparsa da un giorno all’altro di un enorme innalzamento del terreno, noto come “Monte Nuovo”.

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