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Cambiamenti climatici, il Mediterraneo ora fa paura: si rischiano 57 cm in più entro il 2100

Quattro ricercatori italiani di istituti del Bel Paese ed esteri hanno stimato che il livello del Mediterraneo, in media, potrebbe salire fino a 20 centimetri entro il 2050 e fino a 57 centimetri entro il 2100. A Venezia l’innalzamento dell’acqua catalizzato dai cambiamenti climatici e da altri fattori potrebbe superare gli 80 centimetri.
A cura di Andrea Centini
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Nei prossimi decenni il livello medio del Mar Mediterraneo è destinato a salire sensibilmente, col concreto rischio che possano finire sott'acqua aree costiere più o meno estese, comprese quelle italiane. In base agli scenari proposti dagli scienziati, entro il 2050 il livello del “Mare Nostrum” salirà dai 17 ai 20 centimetri, mentre nel 2100 l'aumento medio sarà compreso tra i 34 e i 57 centimetri. A causa di diversi fattori climatici e locali, la celebre laguna di Venezia sarà una delle aree destinate a soffrire di più l'innalzamento del livello del mare: qui, entro il 2100, l'acqua potrebbe infatti salire fino a 82 centimetri.

Ricerca italiana. A calcolare le nuove stime dell'innalzamento medio del Mar Mediterraneo è stato un team di ricerca composto da quattro ricercatori italiani, che lavorano sia per centri di ricerca del Bel Paese che all'estero: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) di Roma e Bologna; Radboud Radio Lab presso il Dipartimento di Astrofisica / IMAPP dell'Università Radboud (Paesi Bassi) e il LESIA dell'Università Sorbona di Parigi. I ricercatori, Antonio Vecchio, Marco Anzidei, Enrico Serpelloni e Fabio Florindo, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver raccolto, analizzato e incrociato numerosi dati geodetici provenienti da fonti differenti. La prima fonte deriva da nove stazioni mareografiche site nel Mediterraneo centrale e settentrionale, che raccolgono dati sull'innalzamento del mare a partire dalla fine del XIX secolo; la seconda sono le proiezioni del Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (IPCC), relative all'impatto del riscaldamento globale e il conseguente scioglimento dei ghiacci, che rappresenta il principale “motore” dell'innalzamento del livello dei mari; la terza fonte sono misure GPS dell'abbassamento del suolo (subsidenza) verificatesi a causa di fenomeni naturali e antropici negli ultimi anni. Incrociando tutte queste informazioni con le fluttuazioni naturali del livello del mare, Vecchio e colleghi hanno ottenuto due scenari diversi, uno più ottimistico e uno meno.

I due scenari. Il primo scenario climatico, definito dagli scienziati col codice RCP8.5, prevede un innalzamento medio del Mediterraneo di 20 centimetri nel 2050 e di 57 centimetri nel 2100; il secondo scenario (codice RCP2.6), più clemente, prevede un innalzamento di 17 centimetri entro il 2050 e di 34 centimetri entro il 2100. Come indicato, a causa delle condizioni locali, la laguna di Venezia rappresenta una delle aree a maggior rischio sommersione, dato che per il 2100 si stima un aumento del livello dell'acqua compreso tra i 60 e gli 82 centimetri. Gli autori dello studio sottolineano che questi dati dovrebbero essere tenuti in considerazione da governi e istituzioni, al fine gestire al meglio le risorse costiere e naturalmente prevenire gli effetti nefasti – come ingentissimi danni economici – legati alla sommersione di intere aree. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Water.

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