C'è vita su Marte? No, ma potrebbe
La scoperta viene dal Planetary Science Institute di Tucson e, pubblicata dalla rivista Geology, risponde ad un grande interrogativo degli scienziati: potrebbe il pianeta Marte, per tanti aspetti così simile alla Terra, pur avendo dimensioni assai inferiori, atmosfera molto rarefatta e temperature superficiali più basse delle nostre, ospitare la vita?
Ebbene, gli scienziati dicono di sì: in due luoghi in particolare, individuati grazie alle immagini scattate dal satellite Mars Reconaissance Orbiter (MRO), lanciato dalla NASA nel 2005 allo scopo di analizzare la superficie del pianeta rosso onde consentire di individuare aree di atterraggio per future missioni; foto rielaborate in combinazione con il modello digitale di elevazione (Digital Elevation Model) in grado di stabilire le relazioni tra le altezze di differenti aree.
In due profonde valli, infatti, sarebbe stata osservata la presenza di un minerale argilloso chiamato smectite, il quale ha la capacità di assorbire acqua e, dunque, di contrarsi o espandersi a seconda dell'influenza del liquido; queste argille si sarebbero formate grazie alla presenza di acque neutre o basiche circa 2 o 3 miliardi di anni fa e costituiscono un caso eccezionale su Marte.
Stando a quanto dichiarato da Janice Bishop, membro del SETI Institute e del centro ricerche Ames della NASA nonché autrice della ricerca insieme a Catherine Weitz, in queste due aree potrebbe anche esserci stata della vita nel momento in cui la forte evaporazione ha prevalso su tutta la superficie del pianeta, condizionandone il suo aspetto attuale, essendo i soli luoghi giudicabili ospitali.
Gli scienziati hanno individuato le valli nella regione chiamata Noctis Labyrinthus, Labirinto della Notte, compresa tra le Valles Marineris e la zona montuosa di origine vulcanica nota come Thasis: un sistema davvero labirintico di canyon e fratture profondi e scoscesi, in cui, forse, in un tempo assai lontano, potrebbe esserci stata la vita.