Bimbo con retina perforata da puntatore laser: è davvero possibile?
É possibile ritrovarsi con la retina danneggiata a causa di un puntatore laser? A quanto pare sì. L’ultimo caso è stato registrato in Grecia, riguarda un bambino di 9 anni, lo rivela uno studio pubblicato il 21 giugno sul New England Journal of Medicine. Il bimbo è stato portato dai genitori ad una visita oculistica, presentando una acuità visiva nell'occhio sinistro di due decimi. Si tratta della capacità dell’occhio di vedere gli oggetti in maniera nitida. Sottoposto ad una tomografia è stata rivelata la presenza di un “foro maculare”. Il bambino ha sostenuto che prima di presentare i sintomi stava giocando con un puntatore laser verde e di esserselo puntato ripetutamente nell'occhio.
Un pericolo in crescita
"Laser" è l'acronimo di “Light amplification by stimulated emission of radiation”, che significa “Amplificazione di luce tramite emissione stimolata di radiazione”. Questi raggi sono solitamente di luce verde, ma ne esistono anche di altri colori. Si tratta di sorgenti luminose le cui onde non si propagano in tutte le direzioni, bensì viaggiano in fasci paralleli. Utilizzati ampiamente in campo medico e tecnologico, possono raggiungere potenze tali da costituire un concreto pericolo di incendio. I puntatori laser sono sempre più presenti nella nostra vita, molto più di quanto potremmo pensare. Vengono usati in molte situazioni della nostra vita, a scuola, in medicina, nell’industria, per scopi ricreativi e persino in ambito militare.
Puntatori laser e bullismo
Il numero di segnalazioni di lesioni oculari causate dai puntatori laser è risultato in crescita nel 2017, come spiegano gli autori di un caso di studio riguardante un ragazzo polacco di 23 anni. Il paziente presentava un foro maculare a tutto spessore nell'occhio sinistro. Giocare a puntarseli in faccia potrebbe rivelarsi per niente divertente. La Polizia italiana già nel 2010 aveva messo in guardia contro veri e propri atti di bullismo compiuti puntando i raggi laser contro le persone, solitamente per sabotarne le prestazioni, come potrebbe avvenire allo stadio contro un calciatore. Quelli innocui hanno una potenza inferiore a 1mWatt, ma anche da noi è possibile acquistarne di più potenti, specialmente in Rete. Se ne possono trovare anche di potenze che toccano i 200mWatt – solitamente destinati a scopi medici o scientifici – I danni alla vista che possono causare sono già noti da tempo.
Come si cura un foro maculare
Stando alle conoscenze attuali un foro maculare nella maggioranza dei casi interessa pazienti sopra i sessant’anni e la sua causa spesso rimane sconosciuta, ma è accertato che questo disturbo può avvenire anche per cause traumatiche, se aggiungiamo la giovanissima età del paziente e gli avvertimenti riguardo alla pericolosità di certi tipi di puntatori laser, il collegamento col trauma appare evidente. Molte agenzie sanitarie avevano già messo in guardia sui potenziali pericoli oculari associati ai puntatori laser portatili. I dispositivi con potenza superiore a 1 mW sono disponibili in commercio in poche aree, ma altri più potenti rimangono accessibili in Rete. Nel caso del bambino greco a causa del grande diametro del foro maculare i medici hanno preferito una gestione conservativa del trauma, piuttosto che incorrere subito alla chirurgia. Purtroppo la bruciatura ha raggiunto i nervi che assorbono la luce, danneggiandoli. A spiegarlo è la cofirmataria dello studio Sofia Androudi.
Quando i nervi non vengono raggiunti le possibilità di recupero sono alte
Tutto dipende dal grado di compromissione della retina. Generalmente più del 90% dei fori si chiude, ma non sempre si ha un netto miglioramento visivo, questo però dipende anche da quanto era buona la vista prima dell’intervento. Ma per sapere con certezza se un miglioramento c’è stato, occorre attendere dai sei mesi a un anno dall’intervento. Nella letteratura si trovano altri casi di minorenni che hanno presentato questo genere di traumi correlati all’uso di un puntatore laser, come quello riguardante un ragazzo di 15 anni, pubblicato su The Lancet nel 2014. Il dispositivo era stato acquistato online, aveva una potenza di emissione pari a 1000mW e una lunghezza d'onda di 474nm.