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Bere vodka e Red Bull non fa male (per i ricercatori finanziati dalla Red Bull)

Il prof. Peter Miller della Deakin University in Australia ha sottolineato che in una conferenza 4 relatori su 5 avevano condotto ricerche finanziate dalla Red Bull. Gli studi trattavano degli effetti collaterali del consumo di bevande alcolico-energizzanti.
A cura di Redazione Scienze
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Mischiare vodka e Red Bull non fa male, parola di specialisti. Specialisti pagati dalla Red Bull, precisa Peter Miller, professore associato di psicologia presso la Deakin University in Australia e che sugli studi inerenti gli effetti collaterali dei mix alcol-bevande energetiche ha qualcosa da dire. Secondo quanto dichiarato dal professore al British Medical Journal, in una conferenza in Australia, tra quelli invitati a parlare sugli effetti dei mix energetico-alcolici, quattro ricercatori su cinque avevano ricevuto finanziamenti da parte della Red Bull. "Non sto dicendo che ci sia una relazione causale [tra finanziatore e risultato della ricerca, Ndr], semplicemente rilevo un associazione", fa notare Miller. Inoltre, prosegue lo specialista, "avere simili relatori di conferenze scientifiche finanziati in tutto il mondo da compagnie che hanno forti interessi finanziari [sull'argomento] solleva questioni di correttezza e di uso dei risultati per strategie di marketing". Sarebbe molto più onesto, conclude Miller, che gli organizzatori delle conferenze imponessero ai relatori di dichiarare i finanziatori delle ricerche.

Nello specifico del mix alcol-bevande energetiche, osserva ancora Miller, sono diversi i ricercatori indipendenti che mostrano più di un dubbio sull'esito degli studi finanziati dai diretti interessati. In particolare i risultati delle ricerche fanno sempre riferimento agli effetti collaterali causati dal singolo cocktail, in cui in genere l'elemento energizzante equivale ad una sola tazza di caffè. In realtà, fa notare il prof. Miller, accade spesso che i giovani occidentali consumino in una notte del weekend ben più di un cocktail ed appare del tutto opposto il risultato delle ricerche condotte sulla base dei dati statistici, secondo i quali – prosegue Miller – i consumatori di bevande alcolico-energizzanti tendono a consumare più alcol, ad essere aggressivi, ad infortunarsi e a guidare nonostante l'ubriachezza. Una "leggerezza" di valutazione da parte degli altri ricercatori particolarmente grave se si considerano i rischi connessi ad un fenomeno sociale tanto diffuso in Europa ed Usa da interessare tre studenti su quattro.

[Foto da Wikipedia]

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