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Covid 19

Aver avuto questo tipo di raffreddore ostacola l’immunità Covid

Lo ha dimostrato un team di ricerca americano valutando l’impatto della risposta immunitaria alle infezioni causate dai coronavirus del comune raffreddore nello sviluppo di un’immunità efficace contro il patogeno responsabile della pandemia.
A cura di Valeria Aiello
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La risposta immunitaria alle infezioni causate dai coronavirus del comune raffreddore potrebbe essere controproducente in caso di Covid-19. Lo ha dimostrato un team di ricerca americano in un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica Cell Host & Microbe da cui è emerso non solo che gli anticorpi diretti contro i coronavirus del raffreddore non proteggono dall’infezione da Sars-Cov-2 ma soprattutto che questi anticorpi preesistenti possono ostacolare lo sviluppo di un’immunità efficace contro il patogeno responsabile della pandemia di Covid-19.

La ricerca degli studiosi, dettagliata in un articolo dal titolo “Pre-existing humoral immunity to human common cold coronaviruses negatively impacts the protective SARS-CoV-2 antibody response”, si discosta totalmente dalle deduzioni formulate da alcuni esperti, controbattendo con forza l’ipotesi secondo cui le persone precedentemente esposte ai coronavirus che causano il raffreddore sarebbero state protette dalle forme gravi di Covid-19. Alla base di questo disaccordo, alcune nuove osservazioni sulla suscettibilità all’infezione da Sars-Cov-2 e sull’immunità dopo l’infezione naturale o la vaccinazione anti-Covid in presenza di anticorpi diretti contro i betacoronavirus che causano il raffreddore nell’uomo.

L’analisi, volta ad affrontare una delle principali questioni irrisolte di questa pandemia – ovvero se una precedente immunità ai coronavirus endemici del raffreddore umano (hCCCoV) influisca o meno sulla suscettibilità all’infezione da SARS-CoV-2 o sull’immunità dopo l’infezione e la vaccinazione – ,  ha messo in luce come i livelli di anticorpi diretti contro i coronavirus del raffreddore aumentino dopo l’esposizione a Sars-Cov-2, dimostrando una reattività crociata, evidenziando anche come questi livelli non siano associati alla protezione contro l’infezione da Sars-Cov-2. “Piuttosto, quantità più elevate di tali anticorpi preesistenti sono correlate a un aumento degli anticorpi diretti contro SARS-CoV-2 a seguito dell’infezione, un indicatore di una maggiore gravità della malattia” spiegano gli autori dello studio.

Il team di ricerca, coordinato dall’immunologo Chun Yan Lin e dall’infettivologo Giosuè Lupo del St. Jude Children’s Research Hospital di Memphis, ha inoltre mostrato che alcuni esperimenti in modelli murini hanno dato prova che l’immunizzazione con proteine Spike di hCCCoV prima della vaccinazione anti-Covid impedisce la generazione di anticorpi neutralizzanti per Sars-Cov-2 nei topi. “Nell’insieme, questi dati suggeriscono che gli anticorpi hCCCoV preesistenti ostacolano l’immunità basata sugli anticorpi diretti contro Sars-Cov-2 dopo l’infezione” hanno concluso gli studiosi.

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