Astronauti dell’ISS costretti a rifugiarsi sulle navette del ritorno a causa di detriti spaziali
Gli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) sono stati costretti a rifugiarsi sulle navette attraccate per il ritorno sulla Terra, a causa di una pericolosa nuvola di detriti che avrebbe potuto centrare in pieno il laboratorio orbitante. Si tratta di una procedura di emergenza standard prevista per ogni situazione di pericolo; essa infatti permette all'equipaggio di fuggire nel caso in cui l'ISS venisse danneggiata irrimediabilmente. Fortunatamente la spazzatura spaziale non ha comportato problemi e gli astronauti sono potuti tornare ai propri posti di lavoro.
La notizia di questa seria situazione di emergenza è stata diffusa dall'agenzia di stampa Ria Novotni e dalla Roscomos, l'Agenzia Spaziale Russa, mentre al momento la NASA non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali. Il primo “incontro ravvicinato” con la nuvola di detriti si sarebbe verificato attorno all'alba di questa mattina, mentre un secondo passaggio pericoloso sarebbe avvenuto circa 90 minuti dopo il primo, a causa della traiettoria orbitale. I centri di comando sulla Terra hanno ordinato all'astronauta americano Mark Vande Hei e ai due cosmonauti russi Anton Shkaplerov e Peter Dubrov di trasferirsi sulla navicella spaziale Soyuz MS-19, mentre agli altri tre americani Raja Chari, Thomas Marshburn e Kayla Barron della NASA e al tedesco Matthias Maurer dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) è stato ordinato il trasferimento sulla Crew Dragon Endurance.
Fortunatamente i pericolosi detriti spaziali non hanno intercettato l'orbita della ISS e tutto l'equipaggio è tornato rapidamente e regolarmente ai propri posti, come segnalato via mail dalla Roscomos a Space.com. “Attualmente, l'equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale sta eseguendo regolarmente le operazioni secondo il programma di volo. L'orbita dell'oggetto, che ha costretto oggi l'equipaggio a spostarsi nella navicella spaziale secondo le procedure standard, si è allontanata dall'orbita della ISS. La stazione è ora nella zona verde”, ha dichiarato l'ufficio stampa dell'agenzia spaziale russa.
Se questi detriti vengono intercettati per tempo, la Stazione Spaziale Internazionale viene fatta spostare preventivamente all'interno di un perimetro di sicurezza, che si estende per 25 chilometri attorno al laboratorio e per appena 750 metri sopra e sotto di essa. Venerdì scorso è stata eseguita l'ultima manovra di fuga di questo genere, per evitare il frammento di un satellite meteorologico cinese lanciato nel 1999, il Fengyun-1C. Fu distrutto nel 2007 durante un test militare e ora i suoi frammenti minacciano la ISS. Secondo i calcoli un grosso pezzo sarebbe passato ad appena 600 metri dalla stazione. Nel settembre 2020 fu eseguita un'altra manovra analoga per evitare una nuvola di detriti spaziali di origine sconosciuta. Oggi il preavviso è stato talmente poco che gli astronauti sono stati costretti a prepararsi a una rocambolesca fuga, in caso di impatto.
Fortunatamente non sono mai stati registrati incidenti a causa della spazzatura spaziale, una delle principali minacce per gli astronauti, tuttavia durante un'ispezione di routine eseguita nei mesi scorsi sullo strumento Canadarm2, il braccio robotico sito all'esterno del laboratorio orbitante, è stato trovato un foro di circa 5 millimetri, causato proprio dall'impatto con un piccolo detrito spaziale. Il governo canadese ha confermato che lo strumento ha continuato a funzionare correttamente nonostante l'impatto. Se questi detriti dovessero centrare strutture vitali della ISS le conseguenze sarebbero catastrofiche per l'equipaggio, per questo esistono piani di fuga come quello organizzato per oggi.