Aspirina mille volte più nociva della marijuana? Forse nei ratti
La letteratura scientifica sull'utilizzo della cannabis a scopo terapeutico è molto vasta. Citiamo giusto lo studio di Abrams e Guzman, riguardo agli effetti positivi dei cannabinoidi nel trattamento della nausea da chemioterapia che si riscontrano anche nell'AIDS, inclusa l'anoressia. Si tratta insomma di un eccellente palliativo, non di un uso prettamente funzionale alla terapia stessa. Conosciamo certamente anche gli effetti negativi della cannabis, soprattutto se usata a scopo "ricreativo". Da sempre esistono polemiche sull'opportunità di legalizzarla. Quando coinvolgono gli scienziati possono dare origine a conseguenze inaspettate.
Tutto parte da uno studio pubblicato nel 2014 dal Dott. Benno Hartung, della Uniklinik di Düsseldorf. Nell'esperimento condotto dal team di ricercatori tedeschi si sarebbe riusciti a dimostrare il primo caso di morte da cannabis. In una intervista pubblicata sul Bild, Hartung afferma che di tutti i decessi studiati dal suo gruppo di ricerca almeno due possono essere attribuiti – con certezza – all’interferenza del principio attivo della cannabis con la frequenza cardiaca delle cavie analizzate. Si tratterebbe del primo caso al mondo.
Dal momento che il livello DL50 della marijuana (sigla che indica la dose sufficiente a uccidere il 50% di un campione di cavie) risulterebbe così tra 1 su 20.000 casi e 1 su 40.000, diversi siti sostengono che uno studio avrebbe dimostrato come l'aspirina sia "mille volte più letale della cannabis", in quanto il DL50 di quest'ultima sarebbe pari a 1 su 20.
La questione è più complessa. Molto più di quanto gli stessi autori dei siti che rilanciano questa bufala potrebbero aspettarsi. Infatti si lega parecchio alla tesi di chi vorrebbe sostenere che la sperimentazione animale sia inutile. Riportiamo qui un caso simile. Il problema verte proprio sul fatto che la biologia degli animali è diversa da quella degli esseri umani. Oltre a questo lo studio di Hartung non ha avuto riscontri successivi. Infatti anche per l'aspirina parliamo di una tossicità relativa ai ratti. Del resto è difficile che si trovi un DL50 calcolato su cavie umane, per motivi che dovrebbero essere ovvi. Fa specie che anche siti a sostegno della naturopatia (pseudoscienza) cavalchino la tesi della nocività dell'aspirina. Stando ai dati, dalla sua scoperta fino ad oggi si stima che l'aspirina sia il farmaco più consumato al mondo. Solo nel 1996 sono state consumate undici miliardi di compresse. La letteratura in materia è immensa. Ad oggi non risultano casi significativi di nocività nell'uomo, non certo superiori all'uso di droghe leggere.