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Artico, 2018 drammatico: perdita record di ghiaccio, temperature roventi e moria di renne

L’Arctic Report Card 2018 pubblicato dal NOAA, l’Amministrazione Nazionale Oceanica ed Atmosferica statunitense, ha messo in luce la drammatica situazione che sta vivendo l’Artico, esposto agli effetti devastanti dei cambiamenti climatici. Oltre a temperature e perdita di ghiaccio tra le peggiori di sempre, gli scienziati hanno rilevato una drastica riduzione nelle popolazioni di renne, diffusione di alghe tossiche e molti altri fattori critici.
A cura di Andrea Centini
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Credit: mtanenbaum
Credit: mtanenbaum

Il 2018 è stato uno dei peggiori anni di sempre per l'Artico, a causa di temperature roventi che stanno avendo un impatto catastrofico sull'estensione del ghiaccio e sul delicatissimo ecosistema locale. Oltre ad essere stata registrata la seconda temperatura più alta di sempre e la seconda riduzione di ghiaccio peggiore della storia, gli scienziati hanno rilevato anche una drastica diminuzone nelle popolazioni di renne o caribù (Rangifer tarandus); esplosioni di alghe tossiche; fioriture anticipate del fitoplancton alla base della catena alimentare artica; correnti oceaniche impazzite – con trasporto di microplastiche e rischio inquinamento – e molto altro ancora. In aggiunta, è stato toccato il record negativo di perdita di ghiaccio nel Mare di Bering, un immenso bacino d'acqua (ha una superficie di oltre 2 milioni di chilometri quadrati) associato all'Oceano Pacifico cruciale per la biodiversità artica.

L'impietoso confronto tra il ghiaccio rilevato nel 1985 e quello nel 2018 Credit: NOAA
L'impietoso confronto tra il ghiaccio rilevato nel 1985 e quello nel 2018 Credit: NOAA

A lanciare l'allarme sul preoccupante stato di salute del continente Artico è stata l'Amministrazione Nazionale Oceanica ed Atmosferica (NOAA), agenzia federale statunitense che si occupa principalmente di fenomeni climatici e meteorologici. I dati drammatici sono stati inclusi nell'Arctic Report Card 2018, una vera e propria cartella clinica dell'Artide (giunta alla tredicesima edizione) messa a punto da oltre 80 scienziati provenienti da 12 nazioni diverse. Gli studiosi hanno elaborato il rapporto servendosi di immagini satellitari, spedizioni sul campo, rilievi delle stazioni meteorologiche dislocate sul territorio e missioni a bordo di aerei da ricerca, strumenti che hanno fornito uno spaccato preciso e dettagliato sui devastanti effetti dei cambiamenti climatici.

“Il continuo riscaldamento dell'atmosfera e dell'oceano nell'Artico sta determinando un grande cambiamento nell'ambiente, in modo prevedibile ma per certi versi anche inatteso”, hanno scritto gli scienziati nel documento. “Questo rapporto – ha dichiarato il dottor Timothy Gallaudet, Sottosegretario al commercio per gli oceani e l'atmosfera del NOAA – aiuterà anche a guidare le priorità del NOAA nella migliore comprensione del ruolo dell'Artico nel cambiamento climatico e nelle condizioni meteorologiche estreme, nel sostenere la pesca e le opportunità economiche nella regione”. Va infatti tenuto presente che i drastici cambiamenti in atto nell'Artico hanno un impatto sensibile anche altrove; basti pensare alle gelate di Burian che all'inizio dell'anno hanno investito l'Europa, che potrebbero ripresentarsi con maggior vigore nei primi mesi del 2019 proprio alla luce dei dati indicati nel rapporto.

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