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Arresto cardiaco, cosa fare: primo soccorso con rianimazione cardiopolmonare e defibrillatore

L’arresto cardiaco implica che il nostro cuore smette di battere e quindi di pompare sangue, questo ci rende incoscienti e, se non riceviamo un immediato intervento dei soccorso, può provocarci danni cerebrali. Vediamo insieme come riconoscere un arresto cardiaco, come si fa la rianimazione cardiopolmonare e come si utilizza un defibrillatore semiautomatico esterno.
A cura di Zeina Ayache
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In caso di persona con arresto cardiaco, oltre a chiamare immediatamente il 118, è necessario praticare un primo soccorso con rianimazione cardiopolmonare o defibrillatore per ridurre il rischio di conseguenze, in attesa dei medici esperti. Ma come riconoscere un arresto cardiaco? Come si fa la rianimazione cardiopolmonare? E come si usa un defibrillatore? Vediamo insieme cosa c’è da sapere.

Cos’è un arresto cardiaco

L’arresto cardiaco è quell’evento cardiovascolare che porta il cuore a fermarsi. In questa situazione di emergenza, il nostro cuore blocca improvvisamente la sua attività, quindi smette di pompare il sangue: questo porta a perdita di coscienza e assenza di respiro.

Sintomi dell’arresto cardiaco

I sintomi dell’arresto cardiaco sono perdita di coscienza del paziente e, in alcuni casi, scosse a gambe e braccia che sembrano crisi epilettiche, accompagnate da occhi rovesciati e perdita di urine e feci.

Cosa fare in caso di arresto cardiaco

Va subito detto che la prima e immediata cosa da fare è chiamare il 118. Successivamente è possibile intervenire con la rianimazione cardiopolmonare o, se c’è a disposizione, il defibrillatore automatico esterno (DAE). Questi interventi in attesa dei soccorsi veri e propri sono di grande aiuto perché permettono di ridurre il rischio di conseguenze gravi, come danni al cervello, a causa del ridotto flusso di sangue al cervello.

Rianimazione cardiopolmonare (RCP) come si fa

Per la rianimazione cardiopolmonare è necessario sdraiare il paziente sulla schiena su una superficie solida e poi:

  • Inginocchiarsi accanto al collo e alle spalle del paziente
  • Posizionare il palmo di una mano il centro del torace della persona, tra i capezzoli e mettere l'altra mano sopra la prima. Tenere i gomiti dritti e posizionare le spalle direttamente sopra le mani
  • Usando il peso del corpo, quindi non solo quello delle braccia, comprimere il torace di 5 centimetri, ma non di più
  • Spingere forte con una frequenza di 100-120 compressioni al minuti
  • Comprimere dopo che lo sterno si è alzato completamente

Gli esperti sconsigliano alle persone che non sono state formate appositamente per la rianimazione cardiopolmonare di utilizzare la respirazione, quindi di respirare per la persona aprendole la bocca.

Defibrillatore semiautomatico esterno DAE, come funziona

In città sono comparsi in alcuni punti i defibrillatori semiautomatici esterni DAE, cioè defibrillatori che sono in grado da soli di determinare se il paziente è stato colpito da arresto cardiaco e di, nel caso, predisporre la scarica elettrica da erogare. Si tratta di dispositivi semiautomatici perché ci spiegano cosa fare per attivarli e aiutare il paziente.

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