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Apple Watch misurerà i livelli di ossigeno, può essere uno strumento utile in caso di Covid-19?

Lo abbiamo chiesto al professor Claudio Cricelli, Presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie: “La quantità di ossigeno nel sangue è una spia della gravità della malattia e proprio attraverso il saturimetro abbiamo compiuto una grande operazione a distanza quando non potevamo vedere i nostri pazienti. Generalmente si applica all’estremità di un dito ma, anche nel caso dei dispositivi più moderni e in questo caso dell’orologio, il principio è lo stesso”.
Intervista al Prof. Claudio Cricelli
Presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG)
A cura di Valeria Aiello
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Se ne era parlato molto durante le prime settimane della pandemia di Covid-19, quando era andato letteralmente a ruba: parliamo del saturimetro, lo strumento che permette di misurare la quantità di ossigeno nel sangue, tornato ad alimentare la discussione ora che Cupertino ha aggiunto al nuovo Apple Watch 6 l'app e i sensori per il monitoraggio dei livelli di O2. Una funzione che può rivelarsi utile per chi soffre di malattie respiratorie ma anche per chi, ad esempio, ha contratto l'infezione da coronavirus. “Forse adesso ce ne siamo un po' dimenticati ma anche Covid-19 si manifesta spesso con difficoltà respiratorie: proprio attraverso il saturimetro abbiamo compiuto una grande operazione a distanza quando non potevamo vedere i nostri pazienti” sottolinea il professor Claudio Cricelli, Presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, al quale abbiamo chiesto perché il saturimetro si è dimostrato uno strumento così prezioso in questi mesi.

Allora professore, cos'è il saturimetro e a cosa serve?

È uno strumento molto semplice, in uso da qualche decina di anni, che generalmente si applica all'estremità di un dito ma, anche nel caso dei dispositivi più moderni e in questo caso dell'orologio, il principio è lo stesso: lo strumento percepisce in tempo reale sia la frequenza cardiaca sia la saturazione di ossigeno nel sangue, cioè la quantità di ossigeno che abbiamo nel sangue. Si chiama saturimetro proprio perché questa quantità varia a seconda di alcune circostanze, come il movimento fisico ma anche in presenza di malattie respiratorie, come ad esempio la bronchite cronico ostruttiva e altre condizioni. È uno strumento che tutti i medici hanno nella borsa e che molto spesso facciamo comprare ai pazienti con malattie respiratorie perché è molto utile e costa veramente poco. Ultimamente c'è stata un po' di carenza e questi dispositivi sono un po' rincarati ma, in situazioni normali, costa pochi euro.

Perché si è rivelato molto utile nei casi di Covid-19?

Innanzitutto perché attraverso il saturimetro il paziente stesso riesce a monitorare quanto ossigeno c'è nel sangue e poi perché, come le dicevo, proprio attraverso il saturimetro abbiamo compiuto una prima grande operazione a distanza quando purtroppo non riuscivamo e non potevamo vedere i nostri pazienti. Potevamo infatti seguire l'andamento della malattia quando non c'era posto in ospedale e le persone venivano tenute a casa il più possibile prima di essere ricoverate.

Con il saturimetro abbiamo quindi seguito a distanza i pazienti con Covid-19 perché i livelli di ossigeno nel sangue erano un po' una spia dell'aumento della gravità della malattia, in altre parole la misurazione ci dava un resoconto dell'evoluzione di Covid-19. Livelli di ossigeno più bassi ci indicavano che la difficoltà respiratoria dovuta a Covid-19 era grave: in questo caso il paziente veniva ricoverato e sottoposto a somministrazione di ossigeno.

Quali sono i livelli che possono essere spia di una situazione che non sta andando per il meglio?

Il paziente che esegue correttamente la misurazione, stando fermo e senza compiere uno sforzo fisico, comincia a diventare un po’ preoccupante in presenza di percentuali saturazione al di sotto 92-90. Normalmente si ha una saturazione intorno al 94-96 per cento quando si respira solo aria atmosferica. Al di sotto di 92-90 siamo difronte a un’insufficienza respiratoria di una certa gravità.

Il saturimetro può essere utile anche per capire se si è stati contagiati?

Assolutamente no, il saturimetro non è uno strumento che dà l’idea del contagio. È utile quando il paziente ha superato la fase dei primi sintomi, che sono quelli più comuni dell'influenza e del raffreddore. Passata questa fase, uno dei sintomi per cui Covid-19 diventa una malattia seria è appunto la difficoltà respiratoria, una condizione che può indicare l'insorgenza di una polmonite, spesso bilaterale e, nei casi più gravi, di un danno del tessuto polmonare. Il saturimetro è quindi utile per seguire la quantità di ossigeno contenuto nel nostro sangue che, in caso di Covid-19, è un campanello d'allarme che ci dice quando la malattia è entrata nella fase più grave, quella dell'insufficienza respiratoria.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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