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Antibiotici ed obesità infantile: c’è un nesso?

Uno studio americano sostiene che esista una correlazione tra l’assunzione di antibiotici nei primi due anni di vita e il rischio di andare incontro all’obesità: ma gli scienziati invitano alla cautela.
A cura di Redazione Scienze
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Coloro i quali vengono sottoposti durante la primissima infanzia a ripetuti cicli terapeutici a base di antibiotici potrebbero correre rischi maggiori di andare incontro all'obesità, rispetto a quelli che non hanno avuto bisogno di assumere tali farmaci: questo le conclusioni di alcuni ricercatori americani, autori di uno studio i cui risultati sono stati resi noti da JAMA Pediatrics. Un lavoro che farà discutere, con tutta probabilità, e sul quale gli stessi autori invitano alla prudenza: l'aver evidenziato una correlazione tra due fattori, infatti, non implica necessariamente un rapporto di causa-effetto diretto tra antibiotici ed obesità infantile e, soprattutto, gli antibiotici sono indispensabili (e spesso insostituibili) come strategia di contrasto di precisi batteri, alcuni dei quali estremamente pericolosi.

Lo studio

I ricercatori della University of Pennsylvania presso Philadelphia e della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora hanno analizzato i dati ricavati da oltre 64.500 cartelle cliniche di bambini americani relative al periodo 2001-2013. Ciascun bambino è stato seguito fino al raggiungimento del quinto anno d'età. Tra questi, quasi il 70% ha visto prescriversi un paio di cicli di antibiotici nei primi 24 mesi di vita: ma in quelli che sono stati sottoposti a quattro o più cicli, è stato riscontrato un rischio di essere obesi all'età cinque anni più alto del 10% rispetto a quelli che avano assunto meno farmaci di questo tipo. Tuttavia lo studio ha rilevato come, a fare la differenza, potrebbe essere proprio la tipologia di antibiotici utilizzati: i bambini ai quali erano stati prescritti farmaci mirati per un preciso microbo sembrerebbero meno inclini a metter su peso. I problemi di obesità riguardavano, invece, quelli che avevano assunto antibiotici a largo spettro, i quali uccidono indiscriminatamente diversi tipi di batteri: il che potrebbe, quindi, fornire anche un'interpretazione di un eventuale nesso antibiotici-obesità infantile.

L'uso scorretto degli antibiotici è la causa?

Come spiegato dal professor Charles Bailey della University of Pennsylvania, primo firmatario dell'articolo: «Pensiamo che, dopo l'assunzione di antibiotici, alcuni dei batteri presenti nel nostro apparato gastrointestinale che sono normalmente più efficienti nel far lavorare il nostro metabolismo nella giusta direzione vengono uccisi, mentre i batteri che fanno lavorare il metabolismo nel modo sbagliato diventano più attivi». Questo significa che lo studio, al quale dovrà comunque esserci un seguito per comprendere al meglio questo meccanismo, ha il merito di evidenziare quali sono i rischi derivanti da un utilizzo inappropriato degli antibiotici in relazione allo sviluppo fisico del bambino. Pertanto il prossimo obiettivo di Bailey e colleghi sarà l'indagine sull'influenza che fattori quale lo stile di vita hanno avuto sui dati: perché, anche se alcune tipologie di antibiotici somministrate in maniera non idonea dovessero predisporre all'obesità, sono soprattutto l'alimentazione scorretta e la mancanza di esercizio fisico che concorrono a dare origine a questa condizione medica, troppo spesso sottovalutata nei gravi danni che arreca all'organismo.

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