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Animali e salute, ecco la malattia che “unisce” cani ed esseri umani

I ricercatori hanno scoperto, per la prima volta, che anche i cani soffrono di una malattia molto rara che colpisce i polmoni gli esseri umani. Purtroppo nei nostri amici a quattro zampe è più diffusa.
A cura di Zeina Ayache
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I ricercatori della Michigan State University hanno riscontrato nei cani una malattia molto rara negli esseri umani, stiamo parlando della malattia polmonare veno-occlusiva. “La nostra ricerca – spiega Kurt Williams, uno degli autori dello studio – è la prima che è riuscita a documentare l'esistenza di questa malattia nei cani”. La malattia polmonare veno-occlusiva è considerata la forma più acuta di ipertensione polmonare. Lo studio, intitolato “Pulmonary Veno-Occlusive Disease. A Newly Recognized Cause of Severe Pulmonary Hypertension in Dogs”, è stato pubblicato su Veterinary Pathology.

Per giungere a queste conclusioni, i ricercatori hanno analizzato i polmoni di 11 cani, 5 maschi e 6 femmine, di 10 anni e mezzo di età media, che avevano già mostrato gravi sintomi di disturbi respiratori. Attraverso test medici specifici, gli scienziati sono riusciti a diagnosticare la presenza della malattia polmonare veno-occlusiva che, secondo loro, sarebbe addirittura più comune tra i nostri migliori amici a quattro zampe che tra gli esseri umani.

Ma quali sono i sintomi? Partiamo con il dire che ogni tipo di allarmismo deve essere evitato e, in caso di difficoltà respiratorie del vostro cane, fate riferimento direttamente al vostro veterinario che saprà gestirne le condizioni cliniche. In ogni caso la malattia polmonare veno-occlusiva è direttamente collegata con un'alta pressione sanguigna a livello polmonare dove le piccole vene dell'organo si bloccano fino a provocare una crisi cardiaca. Tra i sintomi più comuni ci sono difficoltà respiratorie, perdita dell'appetito, tosse e stanchezza cronica. “I cani mostrano gli stessi sintomi degli essere umani, purtroppo però certi cambiamenti nello stato di salute non vengono riconosciuti con la stessa prontezza nei cane che rischiano così di morire”.

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