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Alzheimer: gli amici ringiovaniscono il nostro cervello. Chi sono i SuperAnziani

Le amicizie, quelle vere e sincere, mantengono giovane il nostro cervello: chi sono i SuperAnziani e cosa c’entrano le relazioni.
A cura di Zeina Ayache
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Gli amici proteggono il nostro cervello dalla vecchiaia e lo mantengono giovane. Questo è quanto sostengono i ricercatori della Northwestern University che sulla rivista PLOS ONE hanno pubblicato lo studio intitolato “Psychological well-being in elderly adults with extraordinary episodic memory” attraverso il quale ci mostrano come gli anziani con una memoria episodica straordinaria, definiti ‘SuperAnziani', siano tali grazie alla loro vita sociale.

SuperAnziani, chi sono. Quando parliamo di SuperAnziani ci riferiamo a quegli ottantenni che hanno abilità cognitivi molto sviluppate che sono simili a quelle delle persone di 50/60 anni, che hanno cioè 20/30 anni in meno di loro. I SuperAnziani, oltre ad essere cerebralmente più attivi, hanno anche relazioni di amicizia più appaganti e di qualità rispetto gli anziani della loro stessa età che hanno un cervello meno attivo.

Lo studio. Per comprendere il valore dell'amicizia, a livello di abilità cerebrali, i ricercatori hanno chiesto ad un gruppo di SuperAnziani e anziani della stessa età di rispondere ad un questionario di 42 domande utile ad esaminare sei aspetti del benessere di ogni persona: autonomia, relazioni positive con gli altri, capacità di muoversi all'interno di un ambienta, crescita personale, scopo nella vita e accettazione di se stesso.

Risultati. Dai dati raccolti è emerso che i SuperAnziani hanno ottenuto mediamente 40 punti per la categoria ‘relazioni positive', mentre il gruppo di controllo ha ottenuto 36 punti: una differenza significativa secondo i ricercatori.

Conclusioni. “La scoperta è particolarmente interessante per comprendere quali fattori riescano a preservare le nostre abilità cognitive con il passare dell'età, in particolare per quelli modificabili”, insomma è possibile fare amicizia a tutte le età e creare legami positivi, sinceri e affettuosi che, oltre a rallegrarci lo spirito, fanno bene al nostro cervello.

Alzheimer e relazioni sociali. Studi passati hanno dimostrato che la riduzione di contatti con altre persone peggiore i sintomi dell'Alzheimer e di altre malattie neurodegenerative nei pazienti. Ovviamente questo non significa che chi ha tanti amici veri e sinceri non ha l'Alzheimer.

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