Allergia alle arachidi, l’immunoterapia orale è rischiosa: anafilassi più probabile
L'immunoterapia orale (o desensibilizzazione) per i bambini allergici alle arachidi aumenta significativamente il rischio di sviluppare l'anafilassi o altre gravi reazioni allergiche. In altri termini, il trattamento medico che dovrebbe aiutare i piccoli a tollerare gli effetti di contatti involontari con l'alimento incriminato (abituando l'organismo a dosi crescenti dell'allergene) ha invece l'effetto opposto, catalizzando il rischio di shock anafilattico, un'emergenza che mette in serio pericolo la sopravvivenza dei pazienti.
Ricerca internazionale. A determinare la pericolosità dell'immunoterapia orale è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Università McMaster di Hamilton, Canada, che hanno collaborato con i colleghi dell'Università Johns Hopkins di Baltimora (Stati Uniti) e col dottor Alessandro Fiocchi del Reparto di Allergologia presso l'Ospedale Bambino Gesù di Roma. Gli scienziati, coordinati dal dottor Derek K Chu, ricercatore presso il Dipartimento di Medicina dell'ateneo canadese, sono giunti a questa conclusione dopo aver condotto un'analisi statistica sui risultati di 12 studi, che comprendevano i dati di oltre mille bambini allergici alle arachidi tra i 5 e i 12 anni.
I rischi. Dall'indagine statistica è emerso che i bambini sottoposti a immunoterapia orale hanno sperimentato 222 episodi di anafilassi contro i 71 di quelli non trattati, circa il triplo. In 82 dei bimbi sottoposti alla terapia è stata necessaria un'iniezione di adrenalina, mentre hanno dovuto ricorrervi solo 32 dei piccoli non trattati. Infine, 119 dei bimbi sottoposti alla desensibilizzazione hanno sperimentato serie reazioni allergiche come mancanza di respiro, vomito, orticaria e altri effetti, contro circa la metà di quelli non trattati. Secondo gli autori della ricerca i risultati indicano chiaramente che l'immunoterapia orale non è una procedura sicura, comportando più rischi per la salute che benefici.
Non solo arachidi. I risultati, per Fiocchi e colleghi, non sarebbero specifici solo per l'allergia alle arachidi: “La metanalisi ha riguardato nello specifico l'arachide, ma la conclusione è verosimilmente applicabile a tutti gli altri allergeni alimentari”, ha dichiarato lo studioso. Fiocchi ha inoltre sottolineato che l'incidenza dell'anafilassi è legata a vari fattori – come le condizioni di salute, l'attività fisica o l'ansia -, dunque quantità di allergeni tollerate in un dato momento possono scatenare una reazione in un altro. In virtù dei risultati dello studio si ritiene che il miglior approccio resta quello di evitare del tutto il contatto con gli allergeni. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica The Lancet.