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Alfredino Rampi: 30 anni dopo, il ricordo della storia che commosse l'Italia

30 anni fa iniziò la tragica vicenda che portò alla morte del piccolo Alfredo Rampi che, mentre giocava, finì in un pozzo artesiano in via Vermicino. Nonostante i numerosi sforzi dei Vigili del Fuoco, il bambino morì nella cavità 3 giorni dopo.
A cura di Giuseppe Tramontin
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Alfredino Rampi

30 anni fa, il 10 giugno 1981, iniziò la tragica vicenda che portò alla morte di Alfredino Rampi, il bambino che cadde nel pozzo di oltre 30 metri nei pressi di via Vermicino, fra Frascati e Roma. La vicenda iniziò quando il padre, non trovando il figlio, chiamò la polizia che, giunta sul posto, sentì le urla del bambino, provenienti dall'apertura circolare del terreno dove Alfredino era incastrato.

Da quel momento una lunga diretta televisiva (la prima mai fatta dalla Rai) incollò agli schermi milioni di italiani, tra cui anche l'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini, che giunse sul luogo per rincuorare e incoraggiare il bambino a resistere. Fatali furono gli errori dei vigili del fuoco, che buttarono all'interno una tavoletta, che avrebbe dovuto salvare il bambino ma finì per ostruire il passaggio. Successivamente, i soccorritori decisero di trivellare il terreno vicino per creare un secondo tunnel parallelo e poi aprire un varco orizzontale all'altezza del bambino: le trivellazioni fecero scivolare Alfredino di altri30 metri nelle viscere della terra.

La mattina del 13 giugno, dopo 60 ore di agonia, il giornalista Massimo Valenti, in diretta e a rete unificate, comunicò in lacrime che il corpo di Alfredino era scivolato giù e sprofondato in fondo a quel pozzo, dove morì alle 6,30. Il suo corpo, che venne consegnato poi alle indagini della magistratura, fu recuperato 28 giorni dopo. Da quella tragedia, forse per i soccorsi inefficaci, naque su iniziativa della madre di Alfredino, la signora Franca Rampi, la Protezione civile.

http://www.youtube.com/watch?v=ZIIac0MLg04&feature=related

L'evento è ricordato da tutti anche per la valenza mediatica che da subito assunse: molti erano contrari a trasmettere tragedie così dolorose e tragiche, per rispetto sia delle vittime che degli spettatori, in una televisione che aveva maggior rispetto per il dolore. In questo caso le immagini in diretta furono inizialmente diffuse perché nessuno immaginava che l'incidente avrebbe avuto un risvolto così negativo. La critica all'aspetto mediatico è anche oggetto della canzone Alfredo dei Baustelle, inserita nell'album che i cantanti senesi hanno pubblicato nel 2008.

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