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Alcuni detriti spaziali hanno colpito e danneggiato la Stazione Spaziale Internazionale

Un frammento spaziale di piccole dimensioni ha colpito il braccio robotico Canadarm2, perforando la copertura termica. Sembra che nonostante il danno non ci siano ripercussioni sul suo funzionamento.
A cura di Valeria Aiello
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Un detrito spaziale ha recentemente colpito e danneggiato il braccio robotico Canadarm2 della Stazione Spaziale Internazionale. Il frammento, troppo piccolo per essere monitorato, ha perforato la coperta termica e danneggiato il braccio sottostante che, nonostante l’incidente, sembra non aver avuto ripercussioni sul suo funzionamento.

Lo strumento è ancora operativo ma la collisione è un ulteriore promemoria della minaccia rappresentata dalla spazzatura spaziale e, in particolare, dai detriti di ridotte dimensioni che, in quanto tali, sono estremamente difficili da tracciare. Le Agenzie spaziali sono ovviamente consapevoli del problema. “Oltre 23mila oggetti sono costantemente monitorati per rilevare potenziali collisioni con i satelliti e la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) – spiega l’Agenzia spaziale canadese (CSA) in una nota – . Tuttavia, un certo numero di oggetti minuscoli (come frammenti di satelliti, scaglie di vernici, polveri e materiali espulsi dai motori dai razzi, ndr) sono troppo piccoli per essere monitorati”.

Non è chiaro quando sia esattamente avvenuto l’impatto. Il danno è stato rilevato per la prima volta lo scorso 12 maggio, durante un’ispezione di routine. La NASA e la CSA hanno collaborato per acquisire immagini dettagliate e valutare il danno. “Nonostante l’impatto – indica la CSA – i risultati delle analisi in corso indicano che e prestazioni del braccio rimangono inalterate”.

Il danno, limitato a una piccola sezione del braccio e della coperta termica, non ha quindi compromesso le prestazioni di Canadarm2 che “sta continuando a condurre le operazioni pianificate, incluso il sollevamento di Dextre”, il robot che si occupa della manutenzione della Stazione spaziale. Nel frattempo, la CSA e la NASA continueranno a raccogliere dati per effettuare un’analisi dell’evento, sia per capire come si è verificato, sia per valutare rischi futuri. Per quanto non abbia dunque determinato danni sostanziali, la presenza di detriti spaziali attorno all’orbita terrestre ha già costretto l’ISS ha eseguire tre manovre di emergenza solo nello scorso anno, per evitare collisioni.

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