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Covid 19

Al via test clinici su una pillola anti Covid di Pfizer: come funziona il farmaco antivirale orale

Dopo aver dimostrato una significativa efficacia nel bloccare la replicazione del coronavirus SARS-CoV-2 nella sperimentazione pre-clinica, il farmaco antivirale orale PF-07321332 di Pfizer è pronto per i test sull’uomo. Il medicinale, un inibitore della proteasi sotto forma di pillola, sarà testato su adulti sani per verificare sicurezza, tollerabilità e farmacocinetica.
A cura di Andrea Centini
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Il colosso farmaceutico Pfizer ha annunciato di aver avviato uno studio clinico di Fase 1 su un nuovo farmaco antivirale orale contro il coronavirus SARS-CoV-2. Nello specifico, si tratta di un potente inibitore della proteasi, ovvero di un medicinale che punta a bloccare la proteasi del patogeno pandemico, l'enzima coinvolto nella produzione delle proteine. In parole semplici, con farmaci di questo genere si impedisce ai virus di replicarsi nelle cellule umane e dunque sono in grado di neutralizzare le infezioni virali. Tra gli inibitori delle proteasi più utilizzati vi sono quelli contro il virus dell'HIV, responsabile della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), e contro il virus dell'epatite C.

Il nuovo farmaco messo a punto dalla casa farmaceutica americana si chiama PF-07321332 e ha evidenziato una notevole efficacia nella fase pre-clinica della sperimentazione, ovvero test su cellule in coltura e modelli animali. Il medicinale “ha dimostrato una potente attività antivirale in vitro contro SARS-CoV-2, nonché attività contro altri coronavirus, suggerendo un potenziale utilizzo nel trattamento di COVID-19 e potenziale utilizzo per affrontare future minacce da coronavirus”, si legge nel comunicato stampa della multinazionale.

“Affrontare la pandemia COVID-19 richiede sia la prevenzione tramite il vaccino che un trattamento mirato per coloro che contraggono il virus. Considerando il modo in cui SARS-CoV-2 sta mutando e il continuo impatto globale della COVID-19, sembra probabile che sarà fondamentale avere accesso alle opzioni terapeutiche sia ora che oltre la pandemia”, ha dichiarato il professor Mikael Dolsten, Direttore Scientifico e Presidente presso il dipartimento Worldwide Research, Development and Medical di Pfizer. “Abbiamo progettato PF-07321332 come una potenziale terapia orale che potrebbe essere prescritta al primo segno di infezione, senza richiedere che i pazienti siano ospedalizzati o in terapia intensiva”, ha aggiunto lo scienziato.

L'inibitore della proteasi orale è “figlio” di un altro farmaco analogo prodotto da Pfizer chiamato PF-07304814, che tuttavia viene somministrato per via endovenosa ed è pensato per i pazienti già ricoverati in ospedale con COVID-19. Quello orale sarebbe invece un farmaco precoce, un po' come gli anticorpi monoclonali, che ha l'obiettivo di annientare l'infezione prima che il virus si diffonda nell'organismo e aggravi il quadro clinico. Durante lo studio di Fase 1, nel quale verranno coinvolti adulti sani cui verranno somministrate dosi crescenti del principio attivo, saranno verificate la sicurezza, la tollerabilità e la farmacocinetica del nuovo farmaco. Si tratterà di uno studio randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo. “Dopo i promettenti dati preclinici iniziali siamo lieti di annunciare l’inizio delle somministrazioni in adulti sani, nell’ambito di un trial di Fase 1 che punta a valutare la sicurezza e la tollerabilità del nostro nuovo candidato antivirale orale contro le infezioni da SARS-CoV-2”, ha dichiarato su Twitter l'amministratore delegato (CEO) del colosso farmaceutico Albert Bourla.

Come indicato nel comunicato stampa, gli inibitori della proteasi sono farmaci generalmente “non associati a tossicità”, pertanto si ritiene che PF-07321332 possa offrire un prezioso contributo nella lotta alla pandemia, qualora ne fosse dimostrata l'efficacia anche sull'uomo. In questi giorni è stato annunciato che entro giugno dovrebbero partire i primi test clinici di un altro farmaco orale contro il SARS-CoV-2, il primo vaccino anti COVID in pillola. Sviluppato dalla casa biofarmaceutica israelo-statunitense Oramed Pharmaceuticals Inc., il vaccino ha superato la fase pre-clinica dimostrando una significativa produzione di anticorpi. La speranza è che sia sicuro ed efficace anche nell'uomo.

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