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Al via i test di un nuovo vaccino Covid a basso costo, è prodotto dalle uova di gallina

La sperimentazione sull’uomo è recentemente partita in Vietnam e Tailandia e ulteriori studi clinici sono previsti anche in Brasile e Messico. La formulazione sfrutta una forma altamente stabilizzata della proteina Spike, chiamata HexaPro, e un virus aviario reso inattivo dopo la replicazione nelle uova.
A cura di Valeria Aiello
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Un nuovo vaccino anti-Covid, recentemente entrato in sperimentazione clinica in Vietnam e Tailandia, e per il quale è previsto l’avvio di studi sull’uomo anche in Brasile e Messico, promette di cambiare il modo in cui stiamo lottando contro la pandemia. Il siero, chiamato NDV-HXP-S, è il risultato della collaborazione tra l’Università del Texas ad Austin, la Icahn School of Medicine a Mount Sinai di New York e alcuni partner globali interessati a promuovere la produzione di vaccini a basso costo grazie all’impiego di un metodo veloce, economico e meno complicato di quello utilizzato per gli attuali sieri autorizzati. Diversamente dai vaccini a base di mRna di Moderna e Pfizer che, ad esempio, richiedono impianti specializzati e costose componenti, questo nuovo vaccino viene prodotto dalle uova di gallina mediante un metodo ampiamente collaudato e utilizzato dagli Anni ’50 per i vaccini contro l’influenza. Rispetto ai prodotti a mRNA, tra l’altro, il nuovo siero è anche più stabile alle normali temperature di frigorifero (2-8 °C) per settimane, superando così i diversi ostacoli della conservazione.

Se NDV-HXP-S si dimostrerà sicuro ed efficace, i produttori di vaccini antinfluenzali potrebbero potenzialmente produrne un miliardo di dosi l’anno, secondo le stime del New York Times, con la possibilità per i Paesi a basso e medio reddito di avviare una produzione a prezzi accessibili oppure acquistare il siero a basso costo dai Paesi vicini. Prima bisognerà però attendere il completamento della prima fase di test clinici che si concluderà a luglio, quindi aspettare i risultati dei successivi step di sperimentazione che richiederanno altri mesi.

HexaPro e le uova di gallina

Ad ogni modo, i dati degli esperimenti finora condotti negli animali hanno suscitato notevoli speranze sulle prospettive del vaccino che, spiegano gli sviluppatori, sfrutta una proteina Spike “altamente stabilizzata” per indurre la risposta immunitaria. Questa proteina, denominata HexaPro, è stata infatti messa a punto a partire dalla Spike che il coronavirus utilizza per infettare le cellule ma in modo tale che la conformazione finale sia particolarmente stabile, dunque non assuma la cosiddetta forma di post-fusione che la rende inutile allo scopo. La forma stabilizzata è quella di pre-fusione, simile a un tulipano, che oltre alla sostituzione di due proline (2P, già impiegata negli altri vaccini finora utilizzati – tra cui Johnson & Johnson, Moderna e Pfizer – e nei sieri in sperimentazione di Sanofi e Novavax ), prevede la sostituzione di altre quattro proline aggiuntive, come mostrato in figura.

La struttura molecolare di HexaPro, la proteina Spike altamente stabilizzata grazie alla sostituzione di sei residui chiave, mostrati dalle sfere rosse e blu / Università del Texas ad Austin
La struttura molecolare di HexaPro, la proteina Spike altamente stabilizzata grazie alla sostituzione di sei residui chiave, mostrati dalle sfere rosse e blu / Università del Texas ad Austin

La struttura di HexaPro, sviluppata da tre laboratori dell’Università del Texas ad Austin a partire da una ricerca precedente sul coronavirus della MERS, è risultata ancora più stabile di 2P e anche più resistente al calore e alle sostanze chimiche. “Siamo entusiasti che la nostra proteina Spike di seconda generazione faccia parte di questo vaccino – ha affermato Jason McLellan, professore associato di Bioscienze molecolari che ha co-sviluppato HexaPro e, in precedenza, insieme al suo team ha collaborato con il Vaccine Research Center del National Institute of Allergy and Infectious Disease (NIAID) per progettare la versione 2P di Spike – . La nostra speranza è che il vaccino sia sicuro, efficace ed economico, consentendo a più persone in tutto il mondo di essere protette da Covid-19”.

La produzione del vaccino NDV-HXP-S (acronimo di Newcastle Disease Virus – il virus aviario utilizzato come veicolo di HexaPro e reso inattivo dopo la replicazione nelle uova di gallina) è dunque già stata avviata per le dosi in sperimentazione in aziende vietnamite, con la possibilità di ottenere da cinque a dieci dosi da un singolo uovo. “Abbiamo progettato HexaPro per essere un antigene più stabile – ha aggiunto Ilya Finkelstein che insieme a McLellan e Jennifer Maynard ha collaborato allo sviluppo di HexaPro – . Nella coltura cellulare, questo si è tradotto in un aumento di oltre dieci volte della resa rispetto ai costrutti di Spike di prima generazione utilizzati negli attuali vaccini. Se questo vale per NDV-HXP-S, HexaPro ci porterà un passo avanti verso la risoluzione dell’ampia disparità nell'accesso ai vaccini.”.

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