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Adesso su Marte è arrivata anche l’India

Nell’orbita del Pianeta Rosso c’è sempre più folla.
A cura di Nadia Vitali
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Il lancio del veicolo spaziale dalla costa orientale dell'isola di Sriharikota, in India
Il lancio del veicolo spaziale dalla costa orientale dell'isola di Sriharikota, in India

Anche chi non era stato informato della notizia della partenza di una sonda alla volta di Marte, avvenuta ormai un anno fa, certamente non si sarà stupito nel venire a sapere che da ieri l'India è giunta nell'orbita del Pianeta Rosso. In effetti c'era da aspettarselo: dopo la Cina sulla Luna, un altro gigante dei mercati decide di affacciarsi sullo spazio. E così, dopo Stati Uniti, Russia ed Europa, ora è la volta dell'India che si presenta nei dintorni dell'affollato Pianeta con due interessanti record: è stato il primo Paese a riuscire nell'impresa al primo tentativo e lo ha fatto con il budget più basso della storia dell'esplorazione su Marte. Certo, c'è da dire che l'esperienza altrui sarà pure servita a qualcosa: Stati Uniti ed Unione Sovietica, del resto, questo viaggio lo hanno iniziato tra gli anni '60 e '70. Ma adesso che le cose sono nettamente cambiate quaggiù era anche prevedibile che i mutamenti avessero riflessi lassù, negli abissi spaziali.

È arrivata Mangalyaan

La missione è costata all'India circa 75 milioni di dollari: se vi sembrano tanti, provate a confrontarli con i 671 spesi per Maven, l'orbiter della NASA che studierà l'atmosfera esterna di Marte, entrato nella sua orbita poche ore prima della sonda indiana, il 21 di settembre. Il nome scelto per il nuovo esploratore del Pianeta Rosso Made in Asia è stato Mangalyaan, ossia "nave marziana", più o meno, mentre la missione si chiama MOM, Mars Orbiter Mission. Il lancio è avvenuto il 5 novembre del 2013 dal Centro spaziale Satish Dhawa presso Sriharikota, isola del golfo del Bengala nello stato dell'Andhra Pradesh; a trasportare la sonda nel cielo, il vettore Polar Satellite Launch Vehicle. Dopo meno di un anno di viaggio, è giunta il 24 di settembre laddove era stata inviata e si è posizionata senza intoppi lungo l'orbita ellittica del Pianeta: il tutto dopo i consueti minuti di frenata che hanno tenuto con il fiato sospeso tutti gli esperti al lavoro nell'agenzia spaziale indiana. L'accensione del propulsore, infatti, ha richiesto 24 minuti.

Gli scienziati e gli ufficiali dell'Indian Space Research Organization tirano un sospiro di sollievo dopo il buon esito del posizionamento in orbita
Gli scienziati e gli ufficiali dell'Indian Space Research Organization tirano un sospiro di sollievo dopo il buon esito del posizionamento in orbita

L'India alla scoperta di Marte

Ma adesso quali saranno gli obiettivi di Mangalyaan? In primo luogo, certamente provvederà a raccogliere immagini del Pianeta Rosso grazie alla sua Mars Colour Camera; questa, assieme ad uno spettrometro ad infrarosso (il Thermal Infrared Imaging Spectrometer), consentirà di realizzare una mappatura della superficie, determinandone al contempo la composizione e la mineralogia. Tra le sofisticate strumentazioni di cui dispone, inoltre, ci sono il Lyman Alpha Photometer ed il Methane Sensor For Mars: il primo è un fotometro che misurerà le concentrazioni di idrogeno e deuterio (un isotopo stabile dell'idrogeno) al fine di stimare la quantità di acqua persa nello spazio dal Pianeta; il secondo si occuperà di cercare il metano nell'atmosfera e registrarne le quantità. Infine lo spettrometro di massa Mars Exospheric Neutral Composition Analyzer si occuperà di analizzare la composizione dell'esosfera marziana. Osservazioni scientifiche sono previste per un arco di tempo non inferiore ai 160 giorni: questa la durata, almeno per adesso, della prima, storica, missione indiana su Marte.

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