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Acqua su Trappist-1: si cerca vita aliena sui pianeti

Analizzando i dati di vari telescopi e osservatori con complessi modelli matematici un team di ricerca svizzero ha determinato che alcuni pianeti del Sistema Trappist-1 potrebbero avere più acqua della Terra. Aumentano le probabilità che ci sia vita.
A cura di Andrea Centini
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Alcuni pianeti del celebre Sistema Trappist-1 potrebbero essere molto ricchi di acqua, più di quanta se ne trova sulla Terra. L'affascinante scoperta aumenta le probabilità che questi corpi celesti, presentati in una conferenza stampa della NASA nel febbraio del 2017, possano ospitare vita extraterrestre. A determinarne con maggiore precisione la composizione è stato un team di scienziati dell'Università di Berna (Svizzera), che ha elaborato tutti i dati catturati dai principali telescopi e osservatori puntati verso il sistema, che dista 40 anni luce dalla Terra. Tra gli strumenti coinvolti nell'indagine vi sono il VLT (Very Large Telescope) dell’Osservatorio Spaziale Europeo (ESO), il Telescopio Spaziale Spitzer della NASA, il Kepler e lo strumento Speculoos, anch'esso a disposizione dell'ESO.

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Gli studiosi, coordinati dal professor Simon Grimm hanno applicato complessi modelli matematici ai dati in questione, ottenendo la miglior stima possibile della massa dei 7 corpi celesti, i pianeti b, c, d e, f, g e h che hanno una dimensione paragonabile a quella della Terra. Analizzando i dati gravitazionali dei pianeti e la loro composizione è stato possibile determinarne la densità, che suggerisce la presenza di grosse concentrazioni di materiali volatili, con buona probabilità acqua. In alcuni casi gli scienziati hanno stimato che essa possa rappresentare il 5 percento della massa totale del pianeta. Per fare un confronto, sulla Terra l'acqua è lo 0,02 percento del totale. Ciò significa che alcuni di questi mondi potrebbero essere dei veri e propri mondi oceanici.

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“Le densità, sebbene importanti indizi per le composizioni dei pianeti, non dicono nulla sull'abitabilità, ma il nostro studio è un importante passo avanti mentre continuiamo ad esplorare se questi pianeti potrebbero sostenere la vita”, ha sottolineato il dottor Brice-Olivier Demory, un coautore dello studio. Secondo le stime i pianeti b e c avrebbero nuclei rocciosi e atmosfere più spesse di quella terrestre, mentre d, il più leggero di tutti, potrebbe essere un intero pianeta oceanico, una sfera di ghiaccio o avere un'atmosfera pesantissima. I pianeti più distanti dalla stella, cioè f, g e h, sembrerebbero invece ghiacciati. Per ottenere informazioni più precise sulle loro caratteristiche del sistema Trappist-1 sarà necessario attendere la messa in funzione di due attesissimi strumenti, il Telescopio Spaziale James Webb e l'Extremely Large Telescope (ELT) dell'ESO. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sul sito dell'ESO.

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