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Abbronzatura, cos’è e perché alcuni si abbronzano, mentre altri fanno fatica o si scottano

Avete notato che ci abbronziamo in maniera diversa e che, di solito, le persone con la pelle più scura si abbronzano più facilmente, mentre quelle con la pelle più chiara tendono a scottarsi? Vediamo insieme cos’è l’abbronzatura, cosa porta la nostra pelle a scurirsi o scottarsi e cosa provoca questa reazione.
A cura di Zeina Ayache
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Estate è tempo di abbronzatura, ma come mai la nostra pelle si scurisce? E perché alcuni di noi si abbronzano con più difficoltà mentre altri si scottano subito? Vediamo insieme di capire cos’è l’abbronzatura e cosa dobbiamo sapere per affrontare al meglio l’estate sotto al sole. Ecco perché alcuni di noi si abbronzano facilmente, mentre altri fanno più fatica o addirittura si ‘bruciano'.

Raggi solari e abbronzatura

L’abbronzatura è la reazione del nostro corpo per difendersi dal sole, è insomma una sorta di protezione solare naturale. La nostra Terra viene infatti raggiunta dai raggi UV, radiazioni ultraviolette, che possono essere UVA, UVB e UVC, con lunghezze d’onda differenti e inversamente proporzionali all’energia che producono (UVA più lunghe e meno energiche, UVC più corte e più energiche). Tra tutti i raggi solari che colpiscono la Terra, solo il 5% raggiunge la superficie terrestre, quelli UVC vengono bloccati dalla ozonosfera, mentre quelli UVA e UVB ci raggiungono fino ad entrare in ‘contatto’ con la nostra pelle.

Abbronzatura, cos’è.

I raggi UVA e UVB sono dunque i responsabili dell’abbronzatura che, come dicevamo, è in realtà una difesa del nostro corpo. Ma perché? E' tutta una questione di melanina. Quando i raggi solari raggiungono la nostra pelle, penetrandola, incontrano i melanociti che sono cellule dell’epidermide che sintetizzano e secernono melanina e la cui funzione è proteggerci proprio attraverso la produzione di questo pigmento. Ma come? La melanina, dicevamo, è un pigmento scuro prodotto dai melanociti e ha il compito di assorbire i raggi UV che penetrano nell’epidermide così da proteggerci e trasformarli in calore, il sintomo di questa attività, cioè della produzione di melanina da parte delle cellule melanociti, è proprio l’abbronzatura. Attenzione però, non tutti produciamo la stessa quantità di melanina, per questo ci abbronziamo in maniera diversa.

Tipologie di abbronzatura, chi si abbronza, chi si scotta e chi niente

La produzione di melanina varia da persona a persona per motivazioni genetiche: in generale chi ha la pelle chiara, produce meno melanina, mentre chi la pelle scura, ne produce di più. Questo spiega perché le persone con carnagione più scura di solito si abbronzano più rapidamente rispetto a coloro con carnagione più chiara: chi ha la pelle più scura è geneticamente più in grado di proteggersi dai raggi perché produce più melanina, che, dicevamo, si traduce in abbronzatura. L’abbronzatura vera e propria in realtà si forma due o tre giorni dopo l’esposizione solare, l’effetto che vediamo a fine giornata di mare è quello delle melanina già presente nell’epidermide.

Perché ci si scotta la pelle

Alcune persone, quelle con la pelle più chiara, prima di abbronzarsi si scottano (anche se sono a rischio scottatura tutte le tipologie di pelle), questo perché i raggi UV entrano nell’epidermide dove la produzione di melanina non è sufficiente da proteggere dall’energia e il DNA delle cellule presenti viene danneggiato al punto che queste finiscono per suicidarsi, cioè vanno incontro al quel processo chiamato ‘apoptosi’ che indica la morte di una cellula. Quando il corpo capisce che sono in atto questi suicidi cellulari, incrementa il flusso di sangue nell’aree colpite (quindi in questo caso l’epidermide) per cercare di contenere la situazione: ecco perché qualche ora dopo essere rimasti sotto al sole diventiamo rossi come aragoste. In alcuni casi, i danni provocati dai raggi solari sono tali da portare a vere e proprie ustioni in seguito alle quali si formano bolle piene di liquido che hanno lo scopo di proteggere le zone danneggiate.

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